Pandemia e giovani

Pandemia e giovani

Con il Covid la condizione esistenziale dei giovani si è aggravata. Molti studi indicano che le nuove generazioni soffrono di ansia e solitudine.

Un recente rapporto dell’Unicef ha evidenziato l’urgenza di prevenire o affrontare il manifestarsi di ansia e depressione fra i giovani.

Una ricerca promossa dalla Fondazione Soleterre e dall’Università Cattolica di Milano sulle conseguenze del Covid sugli adolescenti ha mostrato che il lockdown e la pandemia hanno devastato la salute mentale dei nostri giovani.

Il 34,7% degli intervistati dichiara di avere problemi di sonno, il 36% di sentirsi triste, il 34% di non riuscire a controllare le proprie emozioni.

Una fragilità e uno smarrimento, già diffusi nella nostra società, che mettono in risalto la carenza di legami umani importanti. Ma che soprattutto svela la mancanza di una proposta educativa significativa per la vita dei giovani.

Da un lato una questione esistenziale (vale la pena vivere?), dall’altro un problema che investe l’aspetto medico (il peggioramento della salute mentale delle giovani generazioni).

Ultimamente alcuni studiosi americani hanno affermato che il problema è risolvibile istituendo dei corsi nelle scuole che aiutino i giovani a migliorare la gestione delle emozioni e lo stress. Anche il Parlamento italiano sta decidendo di avviare questa sperimentazione nelle scuole del nostro Paese.

Ancora una volta ci si illude che i “problemi del cuore” si possano risolvere applicando una “tecnica”.

L’emergenza, sempre sottovalutata, rimane quella educativa. Ansia e depressione nei giovani sono l’esito di un’educazione assente o sbagliata e di un’errata concezione della libertà.

Libertà non vuol dire fare quello che si vuole. Libertà significa riconoscere ciò che è vero per la propria vita. Implica guardare senza distrazione alla propria natura umana che è esigenza incontenibile di felicità, di bellezza, di giustizia, di conoscenza del significato delle cose.

Per fare questo occorre muoversi, agire, iniziare un cammino impegnandosi con la propria umanità, liberi, spalancandosi alla realtà senza presunzione e senza giudicarla in base al preconcetto.

Pasolini in Teorema scriveva: “Io sono pieno di una domanda a cui non so rispondere”. L’evidenza più grande è che per scoprire il significato della propria vita, l’uomo non può farcela da solo.,

Ha bisogno di incontrare una proposta attraente in luoghi precisi (famiglia, scuola, società) o di imbattersi in persone che umanamente, nel cuore, nel volto e nei gesti comunicano una grazia che loro stessi gratuitamente ricevono per cui vale la pena vivere.

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Eli

Eli

“Guerriero non per scelta ma per necessità. La necessità di difendere ferocemente l’amore per la libertà, la cultura occidentale e i suoi valori, il cittadino contro lo Stato e la sottomissione delle coscienze al pensiero unico. Meglio un giudizio sbagliato che un giudizio imposto o negato. A partire dalle nostre tradizioni e perché la memoria non dovrà mai essere smarrita. Senza conoscere il passato non c’è presente e non c’è futuro”.