La crisi Ucraina e le responsabilità degli Usa

La crisi Ucraina e le responsabilità degli Usa

Il conflitto tra il leader russo Putin e l’Occidente conviene solo al Presidente americano Biden per motivi economici e di politica interna

Qualche tempo fa Sergio Romano, già ambasciatore a Mosca, ha dichiarato che “gli Stati Uniti hanno bisogno di un grande nemico perché il nemico giustifica la loro politica delle armi, la loro industria delle armi …si ha bisogno di una crisi permanente, l’Ucraina come crisi permanente”.

Politicamente, poi, la tensione tra l’Ucraina e la Russia è alimentata per distrarre l’opinione pubblica americana a causa del crollo nei sondaggi di Biden in vista delle elezioni di medio termine.

Gli occidentali con l’elmetto che demonizzano Putin additandolo come il mostro che vuole la guerra fingono di dimenticare, come sostenuto da Barbara Spinelli suIl Fatto Quotidiano,“che l’unificazione della Germania e lo scioglimento del Patto di Varsavia furono ottenuti grazie a una promessa che Bush padre e i leader europei dell’epoca fecero a Gorbaciov nel 1990 e cioè che la Nato non si sarebbe estesa nemmeno di un pollice ad Est”.

L’antico bisogno russo di non avere vicini armati ai propri confini sarebbe stato rispettato. La stessa esigenza che ebbero gli americani nel 1962 con la crisi di Cuba quando Kennedy non poté accettare l’installazione di armi nucleari nel paese di Fidel Castro a due passi da casa.

Certo la Russia non è immacolata e Putin non è un santo ma la pretesa di USA e Gran Bretagna, che hanno “imposto il riarmo dell’Est europeo e si sono immischiate nelle rivoluzioni in Georgia e poi in Ucraina inviando massicci aiuti militari, sono davvero una minaccia alla pace mondiale. Dopo aver orchestrato il passaggio alla Nato dal Patto di Varsavia (che non esiste più) di Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia, Romania, Slovenia, Croazia, Montenegro, Macedonia del Nord e perfino di Estonia, Lettonia e Lituania (che facevano parte della Urss).

La bellicosa espansione della Nato verso Est vuole con arroganza includere l’Ucraina in Europa e quindi nella Nato: ciò significherebbe la possibilità per gli USA di avere rampe missilistiche a trecento chilometri da Mosca.

Sorge spontanea la domanda: ma l’Europa che vantaggio trarrebbe da questa crescente tensione? La Russia oggi rispetta i patti e fornisce l’Europa delle quantità di gas previste dai contratti; però l’aggressività di Biden e le rinnovate sanzioni verso i russi hanno avuto come conseguenza l’interruzione delle forniture supplementari e l’aumento dei prezzi.

L’interesse è tutto degli Stati Uniti che vorrebbe imporci con la forza il GNL (gas naturale liquefatto) che l’America produce in abbondanzama che non riesce a vendere perché non è concorrenziale e la cultura del politicamente corretto con la quale renderci sudditi fondata sulla dissoluzione della famiglia, la cancel culture e la pseudo-civiltà gender.E Putin non ne vuole sapere di trapiantare nel suo Paese questi virus che minano alla base il fondamento della società russa e della cristianità.

Come ha affermato di recente Pierluigi Castagnetti, molto vicino al presidente della Repubblica Mattarella: “Forse è ora di dire che la pretesa russa che l’Ucraina non entri nella Nato ha qualche senso”. 

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Eli

Eli

“Guerriero non per scelta ma per necessità. La necessità di difendere ferocemente l’amore per la libertà, la cultura occidentale e i suoi valori, il cittadino contro lo Stato e la sottomissione delle coscienze al pensiero unico. Meglio un giudizio sbagliato che un giudizio imposto o negato. A partire dalle nostre tradizioni e perché la memoria non dovrà mai essere smarrita. Senza conoscere il passato non c’è presente e non c’è futuro”.