Ma siamo sicuri che il demonio è Putin?

Ma siamo sicuri che il demonio è Putin?

Agli Stati Uniti non dispiacerebbe un conflitto lontano e senza impegno diretto

In questo momento la priorità del Presidente USA è di arrestare l’emorragia di consensi in vista delle elezioni di medio termine, magari dando respiro all’industria bellica che negli Stati Uniti è una lobby potente e migliorando la propria economia vendendo a noi europei il suo gas liquefatto e le materie prime rincarate.

È questo il motivo per cui Biden spinge l’alleato europeo affinché applichi alla Russia pesanti sanzioni che impoverirebbero gli Stati UE ma non gli Stati Uniti.

D’ideali e di difesa della libertà e della democrazia c’è ben poco: si tratta di opportunismo e pragmatismo che gli USA hanno imparato bene a partire dagli errori di Obama con l’Isis e la Libia fino al ritiro senza gloria dall’Afghanistan.

Gli Stati Uniti lo hanno capito bene e Biden è diventato il paladino “dell’armiamoci e partite”: si oppone a Putin ma vorrebbe che gli alleati europei combattessero per lui.

Vuole impedire che la UE e la Russia di Putin si avvicinino e condividano un’amicizia, il fiorire di un comune sentire e la possibilità di prosperare insieme.

L’America è lontana, la potenza ideologica del comunismo è crollata sotto i colpi della storia, il Patto di Varsavia che univa i Paesi dell’Est non esiste più ma, anacronisticamente, esiste ancora la Nato l’alleanza militare perno del periodo della Guerra Fredda.

L’Europa confina con la Russia; avrebbe tutto l’interesse a sviluppare con essa rapporti economici, culturali, di mercato. In questo senso la sinergia tra la formidabile capacità manifatturiera tedesca e italiana con la Russia ricca di materie prime sarebbe la strada da perseguire senza indugi per un futuro prospero e di pace. E, invece, in questo scenario prevale l’assenza di visione e di strategia dell’Unione Europea, appiattita sulle tesi americane, incapace di unità d’intenti, divisa (la Germania soprattutto non vuole rompere con Mosca perché perderebbe il suo principale fornitore di energia).

Da tutta questa storia, ancora una volta, viene fuori l’immagine di un’Europa debole e incapace di tutelare i propri interessi collettivi.

Un’Europa inadeguata che, al di là delle roboanti dichiarazioni di principio, avrebbe bisogno di buoni rapporti con tutti e che invece ha compromesso seriamente le relazioni con Putin non si capisce bene in nome di che cosa.

È una brutta storia in cui abbiamo tutto da perdere.

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Eli

Eli

“Guerriero non per scelta ma per necessità. La necessità di difendere ferocemente l’amore per la libertà, la cultura occidentale e i suoi valori, il cittadino contro lo Stato e la sottomissione delle coscienze al pensiero unico. Meglio un giudizio sbagliato che un giudizio imposto o negato. A partire dalle nostre tradizioni e perché la memoria non dovrà mai essere smarrita. Senza conoscere il passato non c’è presente e non c’è futuro”.