L’Italia è diventata Africa
Siamo ormai una colonia: gli immigrati hanno vinto con la complicità di una nazione miope che ha venduto l’anima e ridotto il Paese a semplice espressione geografica
Avrei dovuto riprendere queste mie “Pillole di Libertà” trattando del Reddito di cittadinanza e dei suoi disastri. Ma due notizie hanno attirato la mia attenzione. Una riguarda l’arresto a Trento di un nordafricano colpevole di aver violentato tre ragazzine tra i 13 e i 14 anni. L’altra è riportata da Libero in un articolo a firma di Renato Farina che racconta i pestaggi subiti da un marocchino e da un italiano da parte di bande di magrebini che controllano col terrore intere fasce di territorio dei boschi della Valcuvia in provincia di Varese a un tiro di schioppo dalla Svizzera.
Guai a chi si addentra in quei boschi dove i marocchini spacciano droga a fiumi. I due malcapitati sono stati legati, pestati, frustati, tagliuzzati (ad uno hanno amputato il padiglione auricolare e spezzato un braccio) e poi abbandonati in una buca. Salvi per miracolo perché qualcuno ha sentito i lamenti. Una volta in quei boschi si andava per raccogliere funghi e castagne.
Queste notizie fanno il paio con quelle dei recenti avvenimenti accaduti sulle spiagge e sui treni che sono ormai proibiti agli italiani e alle ragazze “bianche”.
L’articolo di Farina riporta anche un dialogo avvenuto su un vagone ferroviario tra un ragazzo marocchino vestito impeccabilmente con pantaloncini Lacoste e maglietta Nike ed una signora emiliana.
Signora: “Sono contenta che tu sei cittadino italiano ma devi mettere la mascherina”.
Ragazzo: “Io sono marocchino e non metto la mascherina in treno perché in Marocco non si mette”.
S: “Ma qui sei in Italia e si rispettano le leggi italiane”.
R: “Non sono in Italia perché secondo me sono in Marocco. Ormai in Italia non c’è più niente. Infatti, io sto andando nella mia città, hai capito?”.
D: “Se vuoi che ti dia ragione te la do, ma …”
R: “Ho ragione. Ormai metà degli italiani sono morti”.
Che dire?
Una volta nelle famiglie era forte il desiderio di difendere e tramandare qualcosa che avevamo ereditato dai nostri padri. Dove è finito? Siamo di fronte ad un fallimento educativo di proporzioni inimmaginabili impegnati come siamo ad accumulare quanto più denaro possibile alla ricerca del superfluo e del necessario ma non dell’indispensabile.Di quel qualcosa che incontra le esigenze del nostro cuore e corrisponde al nostro incessante desiderio di bellezza, felicità, giustizia.
A partire da chi guida il Paese impegnato a distruggere le nostre tradizioni e quanto di buono ci è pervenuto dai nostri vecchi in nome di una malintesa idea di progresso fondata sul cinismo e sul nichilismo.
Ma già, questo non riguarda noi. La nostra vita di tutti i giorni è ben altra cosa. Semmai riguarda gli altri. Salvo accorgerci con stupore che una delle tre ragazzine è nostra figlia!