DISUGUAGLIANZE INTER-REGIONALI

DISUGUAGLIANZE INTER-REGIONALI

Perché disuguaglianza? Perché successivamente all’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno di Sardegna e la costituzione dell’unità d’Italia concretizzatasi alla fine delle prima guerra mondiale lo status “COLONIALE” dei territori meridionali e insulari si é andato sempre di più aggravando con il passare degli anni. Questa situazione mantenuta, anche, durante il ventennio ha disegnato un’Italia a tre velocità come i primi treni con carrozze di di I° – II° e III° classe.

Scaglionamento che veniva applicato anche nei piroscafi che solcavano l’oceano, con rotta verso le Americhe, con le stive stracolme di emigranti di III° classe provenienti sempre dal meridione e dalle isole. Con la nascita della Repubblica si era sperato in un riequilibrio della appartenenza ad una nazione così male sviluppatasi.

Qualcosa é avvenuto é stata eliminata la III° classe mantenendo, comunque, quella situazione nella quale la disparità di trattamento tra i territori si evidenziava sempre più forte. E’ stato valorizzato un “NORD” territoriale più produttivo “con le braccia e le menti del SUD” e quindi sempre e comunque favorito rispetto agli altri territori. Vennero costituiti venti sotto governi regionali con i quali si é tornati a sperare nella correzione di questo errore macroscopico che tutti hanno sempre portato avanti.

Dopo 75 anni di Repubblica si sta cercando di approvare una legge definita “AUTONOMIA DIFFERENZIATA PER LE REGIONI A STATUTO ORDINARIO” e qui sorge una prima domanda: per correggere che cosa? In una nazione che nel 2022 raggiunge, grazie alle Regioni, un ragguardevole debito pubblico pari a 2.762 miliardi come si può pensare di raddrizzare la disuguaglianza esistente?

Il sistema ci può essere basta guardare ai nostri confini oltralpe, alla “SVIZZERA” che con il “FEDERALISMO” e il potere nelle mani dei cittadini mantiene uno status equo e solido su tutto il territorio nazionale. Il federalismo elvetico suddivide le risorse provenienti da una tassazione al 22% nel seguente modo: 8% ai Comuni – 8% ai Cantoni e il 4% alla Federazione con piena autonomia per i tre sistemi di autogoverno nel rispetto di alcune Leggi fondamentali ed il potere in mano ai cittadini che lo esercitano a tutti i livelli accettando o rifiutando, attraverso lo strumento del “REFERENDUM” tutte le decisioni politiche e amministrative.

Cari politici italiani: voi non volete questa forma di assetto della nazione, solo perché non siete disposti a rinunciare al “POTERE ACQUISITO” e non siete pronti a “SERVIRE IL POPOLO E NON I POCHI”.

Questo, purtroppo, arriva dalla sottomissione alla “NATO” (cioè America) e agli accordi europei con i quali é stata permessa la costituzione di paradisi fiscali in Olanda “per le imprese” e in Lussemburgo “per le banche”; cosa che ci ha fatto perdere 40 miliardi di tasse che vanno in questi paradisi.

Adesso che si ragiona di FEDERALISMO voi italiani siete pronti ad acquisire la vostra vera “SOVRANITA’” partendo dai Comuni ultimo baluardo della “DEMOCRAZIA”?

www.italiamia.org

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Ruggiero Riefolo

Ruggiero Riefolo

1946 nasce la Repubblica italiana. Con una bella Costituzione che all’Art. 1 recita “La sovranità appartiene al popolo.”. Ma la sovranità dei cittadini é limitata dalla stessa Costituzione solo per esprimere un voto e dare una delega in bianco. In Svizzera “Nazione Confederata” i cittadini hanno la vera sovranità, in una Democrazia diretta, dove tutto, dalle Leggi alle spese amministrative, è sottoposto con lo strumento del Referendum Deliberativo all’accettazione da parte dei cittadini. Questa é l’unica e reale questione che mette in evidenza la sovranità di un popolo che attraverso quello strumento controlla il Governo della Nazione in tutti i suoi livelli.