Bottino di guerra, Campioni in Italia e non d’Italia
Lo scrivevamo qualche giorno fa, per i napoletani quelli veri aver vinto il tricolore vuol dire aver vinto “un bottino di guerra”, in un Paese che ci tratta come stranieri. “Campioni IN Italia, e non Campioni d’Italia”.
Non servono i simboli borbonici che comunque hanno ricoperto la città per far capire che Napoli, la capitale del Sud si sta risvegliando, anche questi gesti del popolo, della tifoseria, un fiume in piena…solo questione di tempo. “Napoli non è Italia”, lo dicono al Nord? Lo diciamo anche noi al Sud. La nostra città è stata CAPITALE di una NAZIONE per quasi un MILLENNIO ma lo era anche da prima, ridotta a capoluogo di regione per gli ultimi 160 anni, ora basta!
Lo scrivevamo qualche giorno fa: Antonio Cozzolino fu l’ultimo “brigante” del Sud: nato a Torre Annunziata, si arruolò nell’esercito delle Due Sicilie e partecipò alle battaglie siciliane e sul Volturno. Proprio a Calatafimi avrebbe strappato dalle mani del figlio di Garibaldi, Menotti, il tricolore italiano per essere poi ringraziato e decorato da Francesco II di Borbone. Questo scudetto? E’ SOLO UN BOTTINO DI “GUERRA” (sportiva), ma la vera battaglia va combattuta su quei tavoli politici per i fondi, i diritti e il rispetto che spettano al Sud da 160 anni. Prima o poi riusciremo a raggiungere anche quei traguardi.
Emilio Caserta, Movimento Neoborbonico