IL TOPONIMO “ISCHIA” (parte prima)

IL TOPONIMO “ISCHIA” (parte prima)

Dopo la pubblicazione di un video che ha avuto ad oggetto la nostra isola, mi sento in dovere di effettuare alcuni chiarimenti storici ed etimologici. Esistono diverse interpretazioni etimologiche del toponimo “Pithecusa” o “Pithekoussai”. La prima è quella derivante dal significato di PITHEKOUSSAI come scimmia, non nel senso che ci fossero delle scimmie, ma alludendo al comportamento di alcuni abitanti che si comportavano come ladri, lestofanti, al pari dei Cercopi, che avendo tentato di usare le loro malefatte anche contro Giove, furono trasformati in scimmie e relegati sull’isola di Pithecusa.  La materia degli sconvolgimenti climatici, fu accolta anche nella tradizione classica, e divenne componente essenziale della poesia epica. Giove, dopo aver vinto la tracotanza di Tifeo, ne frenò l’istinto di ribellione scagliandogli addosso l’isola d’Ischia.

La seconda interpretazione vuole PITHEKOUSSAI come vaso, dal greco Πιθος (pìthos). Cioè l’isola dei vasi, dell’argilla lavorata. Sicuramente, la lavorazione della ceramica risale almeno al Neolitico sull’isola. Poi affinata da micenei, fenici, greci euboici, ecc.  Esiste almeno un’altra interpretazione che vuole la derivazione dall’accadico “pithu esu”,

Alcuni studiosi (cfr. Patrizia Di Meglio in “Ischia, cultura e storia” pag. 17) ritengono che questo termine PITHU ESU indichi piccoli pozzi, in riferimento, forse, alle numerose pozzolane sul suo territorio.

Ancora: Pithecusa non è il primo nostro toponimo. Infatti viene cronologicamente prima “Inàrime” La denominazione «Inàrime» si forma sulla scorta di un passo dell’Iliade (libro II, vv. 781/3), nel quale Omero chiama ARIMA (ein Arimois = nel paese degli Arimi) la «camera da letto di Tifeo» ed in ciò precisa di seguire le voci correnti.  Da Omero, Illiade, libro II, vv. 780/5: “marciavan gli altri come se la terra tutta ardesse al fuoco; il suol gemea di sotto, come quando irato Giove le saette scagliava e flagellava il terreno d’intorno a Tifeo, là in Arime, ove era posto secondo quanto si dicea il suo letto”. Da Virgilio “l’Eneide, IX vv. 709/716: “onde ne tremano Procida ed Inarime, e il grande Tifeo se n’ange, cui sì duro covile ha Giove imposto”. Ultimamente alcuni studiosi hanno ripreso a considerare l’originario INARIME cioè il Greco είν Αριμοις tra gli Arimi, popolo abitante in Asia, dove abitava Tifeo, poi passato anche tra gli Etruschi. Popoli sempre abituati alle eruzioni e sommovimenti vulcanici. Non si tratta, come si dice, solo di leggenda. Gli scavi archeologici di Lacco Ameno, hanno provato che i pithecusani conoscevano già gli scritti di Omero (e non solo).

(Fine prima parte)

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Ivano Di Meglio

Ivano Di Meglio

Eterno studente, scavo nei meandri del passato per trovare l'identità collettiva che porti al traguardo della consapevolezza. Mi occupo di cognomazione, Medioevo e usi locali. Cerco instancabilmente atti, prove e quant'altro mi consenta di ricostruire spaccati di vita lontana e vicina.