IN QUESTO PAESE UNA PARTE AVANZA E UNA ARRETRA

IN QUESTO PAESE UNA PARTE AVANZA E UNA ARRETRA

In un’Italia che, da un punto di vista civile e sociale, dà la netta sensazione di voler arretrare, cancellando conquiste di progresso civile, speriamo che i pochi che si oppongono non facciano la fine dei salmoni. E questo discorso vale anche, nello specifico, per Ischia. Pochi alzano la voce del dissenso. Perché dico la fine dei salmoni? Sapete, certamente, che i saloni vanno dal mare ai fiumi, nuotando controcorrente anche per qualche migliaia di chilometri, per andare a deporre 1.000- 2.000 uova, depositandole in acque dolci e tranquille. Poi fanno ritorno al mare ma, per lo più, muoiono prima di arrivarci.

Ecco, speriamo che le voci del dissenso, dopo aver deposto le uova del dubbio, non naufraghino prima di arrivare alla meta, al risultato. E questo ragionamento, dicevamo, si applica anche a Ischia. Detto questo, mi tocca però fare qualche esempio concreto dei passi avanti e dei passi indietro. Mentre c’è chi si preoccupa di riconciliarsi con la natura, con l’ambiente e non più e soltanto per una questione di tutela del paesaggio ma anche per motivi di sicurezza (da qui la proposta di istituire il Parco Regionale Protetto del Monte Epomeo), che costituirebbe un deciso passo avanti, c’è chi – in nome di una “caccia”, che non sembra avere più la nobiltà di spirito sportivo e di sana attività all’aria aperta di una volta, in realtà compie veri e propri misfatti di uccellagione e di violazione di ogni norma legale e morale.

Conosciamo episodi recenti dell’azione repressiva di odiosi misfatti. Ma questo è niente, paragonato alla proposta di legge Bruzzone (deputato leghista), che si intende inserire nel Decreto Agricoltura. Che cosa propone Francesco Bruzzone? Eliminazione del silenzio venatorio del martedì e venerdì, del limite di optare per una sola forma di caccia, allungamento stagione venatoria, cancellazione delle norme che tutelano i piccoli uccelli, permesso di cacciare anche di notte con i visori termici (come se fossimo in guerra), riduzione delle sanzioni ed altre amenità.

Il 16 maggio, su Il Corriere della Sera, la scrittrice Susanna Tamaro ha scritto un accorato richiamo dal titolo: “Io, figlia di cacciatori, dico che con questa riforma, la biodiversità è a rischio”. E cita il seguente dato: nel 2023 si registra un calo delle allodole del 72% e delle passere del 64%. Sopravvivono – dice la Tamaro – gli uccelli più forti, come le cornacchie, che sterminano i nidi dei piccoli uccelletti. Proprio come nella società umana: i deboli soccombono ai forti. Altro esempio: speculazione edilizia e abusivismo.

Quasi tutti hanno sbagliato, per necessità o per superficialità o per speculazione. Il problema che si poneva e si pone, per migliaia e migliaia di case abusive, era quello di trovare una modalità di sanatoria di tutto quello che è salvabile ovvero di ciò che non compromette patrimoni paesaggistici e la sicurezza sismica e idrogeologica. E invece no, la nuova legge urbanistica della Regione Campania consente, in sede di ristrutturazione di una casa, di aumentare la volumetria del 20% e fino al 35% per interventi con demolizione e ricostruzione. Peggio fa la proposta di legge Salvacasa di Salvini: essa tende (lui dice) a sanare le “piccole” irregolarità interne (travi, tramezzi, soppalchi, verande). E questo, a parere del Ministero delle Infrastrutture, riguarderebbe l’80% degli abusi italiani.

Voglio proprio vedere quante case abusive di Ischia si riesce a sdoganare con questo espediente. La verità è che questa legge non risolverebbe affatto il pregresso, guarda piuttosto al presente e crea, per il futuro, altre aspettative e altri aggiramenti delle normative. E’ un fatto grave che avrà solo l’effetto di creare un clima di lassismo edilizio con ulteriori conseguenze negative.

Altro inspiegabile provvedimento di legge annunciato, questa volta, dal Ministro Urso, e che il Governo intende varare, è quello di rendere stabili e permanenti i dehors di bar e ristoranti che furono autorizzati, in via eccezionale e temporanea, per contrastare gli effetti economici negativi del Covid. E’ un chiaro provvedimento elettoralistico per attrarre il consenso dei ristoratori ma che sarebbe stato più logico lasciare alla valutazione dei Sindaci locali (che conoscono il territorio) e non calare il provvedimento dall’alto e in maniera indiscriminata e generalizzata, sottraendo definitivamente spazio pubblico ai pedoni.

E vogliamo parlare della revisione del Codice della Strada? A Ischia scontiamo quotidianamente l’alta incidentalità stradale. Continuano a morire persone, per lo più giovani o a subire gravi menomazioni fisiche. Ma il resto d’Italia non se la passa meglio. Va bene la stretta per chi guida parlando a telefono, va bene la stretta per chi beve alcool prima di mettersi alla guida ma, per il resto, viene consentito ai giovani (fino a 29 anni) di guidare auto potenti (75 KW/t), si attenuano le sanzioni contro la velocità, si mettono paletti incredibili agli autovelox, che intanto hanno diminuito gli incidenti mortali del 75% (Dataroom di Milena Gabanelli) e si dà, in pratica, l’addio alle zone 30 in città.

Questi i passi indietro, ma mi piace chiudere con i passi avanti: intanto l’altra faccia della medaglia della Legge Urbanistica della Campania: prevede che le spiagge libere non possono essere di minore pregio naturalistico rispetto a quelle in concessione. Ad onor del vero nel Comune d’Ischia (ma credo anche negli altri Comuni isolani) le spiagge libere non sono di serie B naturalistico, anzi a volte sono preferibili a quelle in concessione. Resta naturalmente da stabilire chi e come deve occuparsi della loro pulizia e del loro ordine. In alcune città del nord Italia (e spero che si implementino anche da noi) per esempio a Segrate o Gallarate, con un sistema di ingegneria naturale, viene incanalata e incapsulata l’acqua piovana (col doppio vantaggio di attenuare gli effetti alluvionali e di conservare l’acqua per i periodi di siccità, per irrigare il verde pubblico e i campi agricoli).

L’esperta di settore, architetto Gioia Gibelli, docente di Ecologia del Paesaggio presso il Politecnico della Statale di Milano, cita in proposito anche l’esempio della città francese di Lione (città all’avanguardia che ho visitato di recente) che ha calcolato che per ogni euro investito in queste infrastrutture ne tornano 8 di risparmio. Ritornando un attimo alle spiagge, mentre (in negativo) si sta assistendo (nel silenzio del Governo) ad un’arlecchinata di sentenze (Tar e Consiglio di Stato) e ordinanze locali che prendono strade diverse sulla questione “gare sì, gare no” per le concessioni balneari, un italiano trasferitosi da Bologna a Formentera (Baleari) che aveva creato il Lucky Bar, stabilimento balneare alla page, si è visto al cospetto di una gara indetta dall’Ayuntamiento (Municipio) sulla scorta della normativa spagnola, che mette a gara tutte le vecchie concessioni.

E così finisce la favola secondo cui in Spagna le concessioni vengono rinnovate a lungo termine. Anzi, nell’indire la gara, l’Ayuntamiento prevede norme più severe riguardo ambiente, volumetrie, modalità di costruzione. A Formentera, i vecchi concessionari hanno già smontato tutto. Da sottolineare che non solo il cittadino italiano di Bologna era emigrato e creato un “chiringuitos” (chiosco) sulla spiaggia di Formentera, ma l’isola delle Baleari era diventata una specie di piazza di investimento per molti italiani. Cosa avrebbero dovuto dire i cittadini locali, che gli italiani toglievano spazio agli spagnoli? La libertà imprenditoriale e dell’iniziativa privata vale per tutti e sempre, non a giorni alterni o secondo il parallelo geografico.

Ultima questione: molte località turistiche (o città d’arte) sono di fronte ad un problema di overtourism ovvero di una presenza eccessiva di turisti, concentrati in determinati periodi dell’anno e invasivi. Ischia, in questo momento non è esattamente in questa situazione, ha piuttosto bisogno di allungare la stagione turistica e diluire meglio le presenze nell’arco dell’anno. Tuttavia, per i mesi di luglio e agosto, il problema di un turismo di massa invasivo c’è. Fino ad ora non siamo stati capaci di affrontare le conseguenze di un tale turismo “cavalletta”.

In altre parti d’Italia hanno adottato misure moderne per affrontare il problema. Faccio l’esempio delle Cinque Terre che, per conformazione orografica, poco si prestano ad un turismo di massa. Che cosa hanno fatto allora? Hanno chiamato a supporto una società di mobilità urbana, la MIC HUB, e hanno approvato un Piano Biennale Digitale per la distribuzione dei flussi. Con totem interattivi, regolano e contingentano gli afflussi nei sentieri maggiormente battuti. Inoltre, con un sistema di droni, rilevano tutti i movimenti di massa e tali dati confluiscono in una dashboard per stabilire chiusure o aperture di strade e percorsi. Un algoritmo elabora i dati storici degli arrivi e i dati climatici, per deviare e incanalare le frotte di turisti secondo il meglio. Possiamo sperare che Ischia, nell’immediato futuro, si conformi a questa Italia e non a quella che cancella le conquiste civili fin qui assicurate?

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Franco Borgogna

Franco Borgogna

Giornalista "glocal" e' la mia ambizione, un indagatore della società locale, consapevole che Ischia e' parte di un mondo dai confini vasti e che ciò che succede nel mondo globale si riverbera sull'isola così come le sorti del patrimonio naturale e culturale di Ischia riguardano il mondo intero.