La storia della Statua argentea raffigurante San Vito Patrono di Forio

La storia della Statua argentea raffigurante San Vito Patrono di Forio

Il D’Ascia (1867) dà precise notizie sulla statua: essa fu eseguita dagli argentieri napoletani Filippo e Gennaro Del Giudice su modello dello scultore Giuseppe Sanmartino (Napoli 1720-1793), la consegna alla chiesa avvenne il 21 marzo 1787 e costò ducati 2848 e tarì 74; l’atto di commissione fu rogato dal Notaio Carlo Pollicino il 18 ottobre 1786. L’opera che per gusto del modellato e impostazione dei volumi è alquanto lontana dai modi del Sanmartino, fu probabilmente modellata sulle fattezze di un preesistente simulacro tardo cinquecentesco.

Vito è uno dei Santi più venerati di sempre. Ne è testimonianza il suo inserimento tra i 14 (o 15) Santi ausiliatori, cioè i Santi la cui intercessione veniva ritenuta particolarmente efficace in caso di malattie o casi particolari.

Il figlio dell’imperatore Diocleziano era fortemente ammalato di epilessia. Diocleziano chiese, secondo la tradizione, aiuto al giovane Vito che, sebbene fosse piccolo d’età, aveva già forti doti taumaturgiche. Così il bambino guarì, ma Diocleziano dimenticò il suo debito di riconoscenza. Sono almeno 150 le località che affermano di avere reliquie del Santo.

Vito fu introdotto all’età di sette anni, dal precettore Modesto e dalla bàlia Crescenzia. Il padre, scoprendolo, gli impose di abiurare la fede cattolica. Vito scappò in Lucania. Dalla Lucania arrivò poi a Roma. L’imperatore ascoltò la sua professione di fede, e poi lo fece calare in un paiolo colmo di olio bollente. Le cronache narrano di Vito, quale giovane dato in pasto ai cani rabbiosi i quali, invece di azzannarlo, si prostrarono ai suoi piedi. Per questo motivo, egli è loro protettore. Viene raffigurato, come vedete, con la croce simbolo della passione nella mano sinistra, e la palma del martirio nella destra. Ai suoi piedi un cane e un leone, animali che invece di sbranarlo, si prostravano dinanzi a lui.

La leggenda narra anche di un miracolo compiuto dal giovane cristiano, in cui riportò alla vita un bambino sbranato dalle bestie. È Santo Patrono anche di Forio d’Ischia. Per ciò che concerne la documentazione storica in nostro possesso, sappiamo che nel 1306 il Vescovo Pietro firmò un atto notarile per la concessione del diritto di patronato all’università di Forio sulla locale Parrocchia di San Vito (Agostino Lauro, Ischia in alcuni documenti pontifici del duecento, Roma 1964, p.13).

Non sappiamo esattamente precisamente da che anno San Vito sia venerato a Forio, e nemmeno a quando risalga la vecchia Chiesa di San Vito, dato che molto probabilmente fu edificata sulle rovine di una chiesa preesistente. Fonti: beniculturali, la rassegna d’Ischia, altre.

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Ivano Di Meglio

Ivano Di Meglio

Eterno studente, scavo nei meandri del passato per trovare l'identità collettiva che porti al traguardo della consapevolezza. Mi occupo di cognomazione, Medioevo e usi locali. Cerco instancabilmente atti, prove e quant'altro mi consenta di ricostruire spaccati di vita lontana e vicina.