Possibile che nessuno a Ischia parli di lavoro e delle condizioni a tutela dei diritti?
C’è il completo silenzio su argomenti che riguardano il lavoro, le retribuzioni farlocche o le testimonianze (non pubbliche) di persone che assunte, in qualche caso addirittura part time, sono costrette a prelevare e “riportare” al “datore di lavoro” una fetta cospicua di quanto hanno ricevuto.
Silenzio, che occulta per esempio la retribuzione offerta a un portiere notturno che in alcune strutture non si sposta dai 1000 euro mensili e senza giorno di festa.
Lo stesso silenzio copre i discorsi che hanno al centro il rispetto dei diritti sociali spesso negati come i “giorni di festa” indicati in busta paga ma di cui nessuno usufruisce.
Il welfare isolano zoppica da anni, sostenuto dalla mancanza del minimo sindacale nelle politiche attive.
Non sono forse temi di interesse, individuale e collettivo di cui dovrebbero interessarsi gli imprenditori e le associazioni di categoria, Federalberghi compresa?
A questi temi se ne potrebbero aggiungere altri, altrettanto importanti. E tutto ciò su un’isola turistica come Ischia dovrebbe riguardarci forse in modo particolare, da vicino.

Si badi bene. Anche gli imprenditori sono lavoratori. Diverso è il discorso che tanto tra i primi quanto tra i dipendenti vi sia una minima parte non proprio incline al rispetto delle regole e magari dedita allo sfruttamento delle risorse.
È a quel mondo fatto di lavoratori silenziosi, stagionali e a tempo indeterminato, che bisogna rivolgere l’attenzione.
Perché è stato abbandonato favorendo indirettamente comportamenti fuori dalla legge e dal mercato.
Non c’e un servizio di “guardia” del lavoro, tranne quello a carico del lavoratore stesso: per tutelare i propri diritti deve ricorrere in Tribunale.
Quel mondo è stato lasciato solo. Non soltanto dai sindacati, formalmente presenti sul territorio, quasi tutti a conoscenza della situazione e delle condizioni (contrattuali) che limitatamente all’isola insistono da almeno 20 anni.
Si tratta di forze che hanno preferito non inimicarsi i “datori di lavoro” ai quali in qualche caso hanno addirittura offerto i “propri servizi” comprese lettere di conciliazione “edulcorate”, alla fine del rapporto di lavoro stagionale.
L’universo dei lavoratori onesti è stato lasciato solo pure dall’ispettorato del lavoro di cui non si hanno notizie “di osservazione” o di attività per la tutela e la difesa dei diritti delle fasce più deboli.
In mancanza di tutto ciò e del rispetto delle norme, ognuno è costretto a fare da se.
Sono temi su cui l’opinione pubblica dell’isola d’Ischia non si è mai interrogata seriamente ed ha sempre sorvolato per non rompere equilibri personali o non scontentare nessuno.
Dalla politica, amministrativa o quella di stampo civico e non, tanto di destra quanto quella più spiccatamente di sinistra, avete mai sentito parlare di queste cose o di eventuali indagini o confronti col mondo alberghiero e commerciale?
Questi temi sono stati lasciati soli e con loro soffrono di solitudine i lavoratori di Ischia, in qualche caso traditi, da quelli che hanno il compito e il dovere di vigilare per il rispetto e l’applicazione del CCNL e perciò difendere – lottando se è il caso, nelle sedi opportune e con gli strumenti messi a disposizione dalle norme – le persone.
Si, perché si tratta di persone che fondano con il lavoro e la propria dignità la Repubblica. Guarda un po’, proprio attraverso il lavoro.
Sembra che nulla di tutto questo sia buono per farci notizie, inchieste, indagini.
Meglio perciò prendere qualche foto di tramonti mozzafiato, celebrare il “dio” turismo e scordarsene fino al successivo giro di giostra?