QUANDO LA STAMPA LOCALE VIENE CONSIDERATA DI MINORE O SENZA IMPORTANZA
È triste dover scrivere per rispondere a determinati argomenti -e persone- che reputano la stampa locale una categoria di serie “B” o “C”. Tutto nasce da lontano in cui passa l’uso strumentale della stampa da parte della politica, ma, per non allontanarci troppo, dai vari eventi che si sono alternati in questi ultimi due mesi estivi. Manifestazioni “locali” che sono diventate grandi, nel tempo, soprattutto per la divulgazione da parte della stampa locale a partire da questi anni. La questione non riguarda solo la diversità di trattamento verso chi tale stampa la rappresenta. Riguarda pure la scarsa considerazione della stampa locale, tanto da continuare a fare differenze tra questa e quella nazionale: tra chi è “più vicino” e chi è “più lontano”; come se quella più vicina non fosse che utile soltanto per dimostrare una certa rilevanza di quell’evento a quella nazionale, salvo poi dimenticarsene o snobbarla una volta raggiunta la vetta della visibilità che si cercava o secondo indesiderata di chi organizza gli eventi. Non si tratta di richieste di accrediti negate alle manifestazioni di cui sopra ma della incapacità di comprendere che intervistare personaggi e divulgare tali eventi, come tutte le notizie in genere, possono generare contenuti che valicano confini territoriali e mentali, secondo qualcuno ancora validi nell’epoca di internet e dell’intelligenza artificiale.
Si tratta di una condizione e una considerazione che difficilmente può sanarsi fin quando non si cambierà prospettiva, pure considerando che il lavoro di Ischia Press con le sue 60 milioni di visualizzazioni nel solo 2024, (possiamo parlare solo per noi, non denigrando il lavoro dei colleghi delle altre testate giornalistiche locali) è al pari se non in certi casi migliore -anche di qualità- di testate “nazionali”. Che non solo percepiscono fior di quattrini dallo Stato ma hanno dietro editori che “con la loro potenza di fuoco” si fermano, quando va bene, a 25 mila copie vendute (di cui parecchie destinate al macero, con un enorme spreco di carta, in tutti i sensi).
La stampa locale vive di sponsor, non poche volte fa i salti mortali per raggiungere quanto più possibile il proprio pubblico offrendo servizi e soprattutto informazione, senza la quale molti eventi (locali) non avrebbero (avuto) visibilità.
Vedere su televisioni o carta stampata di manifestazioni effettuate e vedere che solo quelle hanno valore per chi le organizza probabilmente non è qualcosa da mettere in discussione. Come non lo è, però, la mancanza di rispetto verso chi cerca ogni giorno di contribuire alla crescita e allo sviluppo nei lettori di quello spirito critico che molti, una volta raggiunta la vetta secondo loro, sottovalutano. Tutto ciò fa capire come certi personaggi usano -e in che modo- la scena pubblica. Per dare lustro all’evento o darsene per dimostrare un certo riscatto sociale? Domande lecite o inutili non sta a noi dirlo.
Vale la pena, a questo punto, muovere un’interrogazione al Presidente della Regione Campania affinché si faccia chiarezza. Sia sul modus operandi di certi eventi -finanziati in tutto o in parte con soldi di tutti- che estromettono le testate locali e sia sul come vengono erogati e spesi i contributi pubblici con i quali si portano avanti iniziative che altrimenti non potrebbero essere edificate.
Infine, il lavoro dell’informazione è un diritto che non può essere calpestato con silenzi strategici o mancate come opportunistiche risposte e qualcuno dovrebbe iniziare a rendersene conto.