La guerra di Clementina Petroni per salvare il Castello… e suo figlio.

La guerra di Clementina Petroni per salvare il Castello… e suo figlio.

Quello che ci accingiamo a raccontare è uno sfogo di una madre e di una donna, Clementina Petroni, di natura estremamente privata, una storia familiare, ma dalla rilevanza più pubblica che mai. La castellana che da decenni abita il Castello Aragonese denuncia alla stampa lo stato di indecoroso degrado del monumento a causa, a suo dire, della gestione del proprietario della porzione più piccola del maniero fortificato, Nicola Mattera, il quale, in nome di una “gestione comune per il bene del Castello”, avvantaggerebbe da anni esclusivamente la sua area a discapito dell’intero monumento.

“Le calunnie e le menzogne pronunciate da Nicola Mattera per infangare la mia persona, le rispedisco al mittente. Quanto io dico su di lui e sulla situazione del Castello, la posso provare con documenti alla mano in qualsiasi momento, e non solo con le chiacchiere di chi fa propaganda ingannevole. Antonio, mio marito, fino al momento in cui ci ha lasciato mi ha sempre detto di tenere nostro figlio Giovanni lontano dalla famiglia Mattera, ma Nicola è comunque riuscito a portarlo dalla sua parte a proprio vantaggio, contro di me e nel disinteresse del Castello”.

Con queste premesse, Clementina Petroni inizia la sua denuncia.  

Ripercorrendo la storia meno recente del Castello, Clementina ritorna a 27 anni fa: “All’epoca Gabriele Mattera e la sua famiglia scatenarono una feroce guerra legale contro Antonio, con circa 40 cause, per il solo motivo che ad Antonio, suo fratello, era nato uno scomodo erede, nostro figlio Giovanni. Nicola, figlio di Gabriele, non si è mai rassegnato al fatto che mio figlio abbia ancora una madre, ultimo orgoglioso baluardo a difesa del Castello dalle sue prepotenze e dalla sua gestione iniqua, ed ancora oggi rende impossibile ogni tentativo di pacifica convivenza negli interessi del Castello Aragonese”.

Nicola Mattera

Ponendo inevitabilmente l’accento sul rapporto con suo figlio, ci confessa: “In questi anni, Nicola Mattera mi ha sempre infangata, interferendo nel rapporto tra me e mio figlio, e ha fatto a pezzi il mio ruolo di madre, nel tentativo di esaltare sé stesso agli occhi di Giovanni e di coloro che all’esterno non conoscono minimamente la realtà all’interno delle mura del Castello, né conoscono il modo di agire dell’altro proprietario, senza alcun rispetto per gli altri”.

Secondo quanto affermato da Clementina, il disegno di Nicola sarebbe quello di svalorizzare sempre più l’area di Castello gestita dal giovane Giovanni, un’area di oltre quattro ettari di terreni e terrazzamenti che ospitano fabbricati e ruderi antichissimi, case di nobili e cittadini che nel 1.500 rappresentavano la “città fortificata” all’interno della cinta muraria. Una piccola Pompei che versa in uno stato di abbandono ingiusto per il valore storico ed architettonico delle strutture, ormai in rovina in molti siti.

Come testimoniato da numerosi reperti fotografici in suo possesso, Clementina ci spiega che “Nicola, in tutti questi anni, durante i quali, a suo dire, avrebbe voluto fortificare e far crescere Giovanni mettendolo al suo fianco, non gli ha però saputo nemmeno insegnare cosa significhi prendersi cura di un bene storico ed artistico dal valore inestimabile, che rappresenta il marchio di Ischia nel mondo. Il monumento versa in condizioni di degrado ed incuria, le erbacce sono ovunque e ci sono moltissime strutture dal valore architettonico immenso completamente deteriorate”.

Uno dei viali del Castello

La Sig.ra Petroni continua: “Negli anni abbiamo assistito anche ad un’importante opera di ampliamento dell’albergo di Nicola situato sul Castello, con la trasformazione di importantissime strutture antiche e dall’enorme rilevanza storica, come il monastero delle monache e diversi fabbricati antichi, in lussuosi appartamenti da affittare a turisti facoltosi, senza alcuna trasparenza e senza avere alcun riguardo verso la storia, le opere e l’arte insita in un bene patrimonio dell’umanità”.

Come emerge dalle parole di Clementina, tra poca cura e manutenzione assente per l’imponente monumento unico al mondo, affari d’oro con camere ed appartamenti e le interferenze nel rapporto tra una madre ed un figlio da parte di Nicola, si alza su Ischia Ponte un grido d’allarme per salvare il Castello Aragonese, oggi non esattamente in buone condizioni.

“Ciò che più mi sembra iniquo e scorretto, oltre che fuorviante per i visitatori, è che Nicola continua a sostenere, innanzi a testate giornalistiche e televisive, che lui è ‘il custode del Castello’, come se il Castello stesso si limitasse al complesso monumentale di sua competenza e come se il resto fosse un’irrilevante periferia”, asserisce Clementina, che continua: “Nicola non ha il diritto di raccontare menzogne, né alla gente né ai giudici coinvolti nei processi che lo riguardano”.

L’abitante più longeva del Castello, nell’invitare finalmente Nicola Mattera ad una risposta pubblica, che mai è arrivata in questi anni, ci lascia nella sua speranza che Giovanni capisca il reale valore dell’immenso patrimonio che sta nelle sue mani, e che lo valorizzi e lo recuperi nel miglior modo possibile, per ridare il lustro che merita ad un Castello per anni visto solo come una macchina da soldi e non come un patrimonio dell’umanità da curare e preservare.

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Marcello De Rosa

Marcello De Rosa

Amo la mia terra senza se e senza ma. Scrivo la verità perché la verità ci rende liberi. La mia libertà la conquisto giorno dopo giorno svelando il marcio della nostra società