SANREMO, ATTACCO CONTRO NAPOLI. GIORNALISTI CON ATTEGGIAMENTI RAZZISTI E INGIUSTIFICATI
“Non fate più votare la Campania” dice un giornalista in salta stampa a sanremo in uno dei tanti video che girano in rete. Non è l’unico, però, a gettarsi in un attacco ingiustificato contro Napoli e la Campania, comportamenti che hanno reso la kermesse sanremese un teatrino di espressioni e “cori” razzisti contro Emanuele “Geolier” che nulla hanno a che vedere con la storia della canzone anche napoletana.
All’indomani della chiusura del festival di sanremo (“s” minuscola voluta), si apre uno scenario che ha visto il cantante napoletano Geolier bersagliato di fischi dalla platea e dalla sala stampa degli scribacchini (non tutti, poiché presumiamo che qualcuno si sia attenuto ad altri canoni nelle valutazioni e si sia astenuto dall’assumere atteggiamenti al limite del razzismo e profondamente discutibili). In un post Roberta Percuoco, mia cugina, ha spiegato cosa sia successo con una signorilità che l’ha sempre contraddistinta:
“Prima di questo festival avevo già sentito parlare di Geolier pur non avendo mai avuto occasione di ascoltare la sua musica. È uno che va fortissimo. Ha un seguito incredibile in tutta Italia. Uno che riempie stadi per i suoi concerti per i quali le date non sono mai sufficienti. Uno che al concerto del 1° maggio a Roma ha fatto cantare tutta Italia nel suo “slang” napoletano.
Ora, che i giornalisti inseriti nella giuria di esperti, abbiano candidamente dichiarato di non averne mai sentito parlare, mi sembra un po’ grave. Alla fine se sei “esperto” devi almeno conoscere i fenomeni musicali contemporanei, anche se non ti piacciono. Da napoletana non mi sento rappresentata da Geolier, sia chiaro. Ma lui è amato dalle masse. Non solo napoletane. Ed è un fatto. Alla fine Emanuele, così improvvisamente bistrattato sul palco di Sanremo, reo di aver strappato la vittoria della quarta serata, dall’alto dei suoi 23 anni ha dato a tutti una grande lezione di educazione e di umiltà. La gara è gara e non si discute. Ma la sensazione è stata quella di aver voluto bloccare il fenomeno popolare. Si “impalla” il televoto per la marea di voti espressi. Si vota nuovamente per arginare quanto sta accadendo. In 3 minuti Geolier riceve il 60% dei voti. Ma la giuria di esperti riequilibra il tutto con il proprio dissenso. Tutto in ordine, dunque.
Adoro Angelina Mango, la seguo e sono felice abbia vinto. Ma mi resta l’amaro in bocca per le modalità. Se si ritiene che i voti del pubblico non siano all’altezza, non si dia la possibilità di votare da casa. Ma così no. Non è corretto.
Detto ciò, “a me mi viene la noia! Total”.
L’analisi ci pare perfetta e senza sbavature. Resta il fatto che la giornalista Marzia Forni è uscita con le ossa rotte augurandoci che l’Ordine dei Giornalisti, come ad altri che hanno esordito “fuoco e fiamme” verso la Campania tanto da arrivare a ipotizzare di non farla più votare, apra un provvedimento su questo che è un vero e proprio attacco razzista contro Napoli e la Campania. Facendo i complimenti ad Angelina Mango che è di Maratea e figlia d’arte, per la vittoria del Festival di Sanremo, tuttavia sarebbe bello poter ascoltare qualsiasi genere musicale senza pregiudizi o distinzione di colore, religione o confini geografici. La musica dovrebbe unire, specie quando il razzismo “di professionisti” disgrega e svilisce.