L’ULTIMA SPIAGGIA DELL’ISOLA VERDE
L’ultima spiaggia è il nome di uno storico stabilimento balneare di Capalbio. L’ultima spiaggia è anche il titolo di un romanzo apocalittico fantascientifico del 1957 di Nevil Shute, scrittore ed esploratore britannico. Nel romanzo la “last chance” è l’Australia, dove pochi sopravvissuti alla guerra atomica si rifugiano e cantano un requiem all’umanità. Ma L’ultima spiaggia è, infine, un brano musicale di Chris Rea, chitarrista anche lui britannico, il cui video si svolge sulla sabbia di una magnifica spiaggia isolata: chitarra, sabbia, sole, mare.
Ma perché titolare l’articolo “L’ultima spiaggia”? Forse che vogliamo alludere ad una irreversibile crisi turistico economica e sociale della nostra isola? Potrebbe essere anche giustificabile, ma l’inguaribile nostro ottimismo ci dissuade dalla tentazione di recitare questo requiem. Il titolo “Ultima spiaggia” ha un doppio senso, di cui uno è un chiaro riferimento alla fine delle concessioni perpetue sugli spazi demaniali pubblici. Continua la presa in giro di alcune forze politiche di governo che, nell’imminenza delle elezioni europee, tardano a prendere decisioni e creano le condizioni per un disperato ultimo tentativo di miniproroga al 31 dicembre 2024. Dopodiché, il buio assoluto.
Anche qualche Sindaco isolano si è aggregato alle Associazioni balneari, nel recente viaggio a Roma, per protestare all’uscio del Governo (anzi no, paradossalmente, si continua a dare credito al Governo e si scarica ogni responsabilità solo sull’Europa) Così facendo, gli esercenti balneari non si accorgono che si sono infilati in un collo di bottiglia talmente stretto che non riusciranno mai a passare. Nel frattempo, i nostri Comuni di Ischia e Forio (come Sorrento), completamente frastornati, aderiscono al G20 delle spiagge che, dal 17 al 19 aprile hanno discusso dei problemi balneari comuni. Il tema di quest’anno è “Maris futuri: progettare la complessità” (se non altro, c’è la consapevolezza della difficoltà del momento storico). Tra le rivendicazioni del G20 figura anche la richiesta di status di “Città balneare”.
Tale richiesta sarebbe fondata sulla particolarità di un grande divario, che si crea in estate, tra numero di cittadini residenti e numero di turisti avventizi che moltiplicano le esigenze di servizi da erogare, con conseguenti aggravi di costi.
L’obiettivo è quello di avere maggiori risorse derivate dallo Stato. Esiste già, in Parlamento, una proposta di legge in tal senso. Senonché, nel frattempo, c’è da registrare, un po’ in tutta Italia ma ad Ischia in misura maggiore, che il turismo del sole e dei bagni è in fase di stallo, di stagnazione. Lo afferma anche Ejarque, nel suo progetto di riposizionamento turistico del Comune d’Ischia. C’è poi un’altra novità proveniente da Caorle e di cui ci dà notizia la rivista di settore “Mondo balneare”: Unioncamere Veneto, alleata con Federalberghi e Faita Federcamping hanno escogitato un originale modo di fare sinergia. Stratagemma che dovrebbe consentire alla Regione Veneto di legiferare per una concessione ventennale attraverso la procedura di evidenza pubblica.
Ciò grazie alla presentazione di un programma di investimenti condiviso con gli Enti locali. In sostanza, Albergatori, camperisti, esercenti balneari e altri operatori locali, di concerto con gli Enti locali, partecipano ad evidenze pubbliche in sinergia e con precisi progetti di investimenti e miglioramenti di strutture e servizi balneari. C’è poi un’altra novità, di cui molto probabilmente Associazioni ischitane di balneari e amministratori pubblici locali ignorano l’esistenza. Leonardo Maria Del Vecchio (figlio del defunto patron di Luxottica) che, con la sua società Triple Sea Food, gestisce una catena d’importanti ristoranti in Italia, ha acquistato lo storico stabilimento balneare Franco Mare in Versilia. Del Vecchio è in grado di proporre un seducente progetto di riqualificazione dello stabilimento balneare di Marina di Pietrasanta, a poca distanza da Forte dei Marmi.
Niente multinazionali, dunque, nessuno spauracchio di corsari stranieri, ma ottimi italiani, ottimi imprenditori. E se imprenditori del calibro di Del Vecchio puntassero Ischia? Oppure, se, a somiglianza dell’iniziativa di Caorle, gli operatori economici ischitani di vari settori, di concerto con i Comuni dell’isola, presentassero alla Regione un progetto globale di investimenti, sia pure nel contesto di una gara pubblica? Basta questo, per gettare, tra i sostenitori di una impossibile maxiproroga delle concessioni, il seme del dubbio?