MILIONI DA CASA ITALIA PER ISCHIA MA NON PER INFRASTRUTTURE E VIE DI FUGA
Bene. Avete appreso che l’isola d’Ischia (e in particolare Casamicciola) avrà circa 17 milioni e trecentomila euro da Casa Italia, nell’ambito di un avviso pubblico riguardante la messa in sicurezza di edifici e infrastrutture delle isole minori. Complimenti e congratulazioni sono piovuti sui nostri Comuni per aver ottenuto la cospicua somma. Eppure si poteva fare di meglio e di più del 17% del totale stanziato dal progetto Musumeci. Scrivevo a maggio, per Ischia Press, in un pezzo dal titolo «Porti, migliora il Beverello, a rischio Pozzuoli» che esistono gravi problemi di attracco al Porto di Pozzuoli (vitale per Ischia): “Non si è tenuto conto che il Porto di Pozzuoli è il solo porto di comunicazione e di fornitura merci per le isole di Ischia e Procida, con tragitto breve ed economico e che nell’ambito del 40% degli stanziamenti previsti per infrastrutture delle isole minori, in un’ipotesi di Associazione dei Comuni di Ischia, Procida e Pozzuoli, si poteva far rientrare anche un Porto non direttamente ubicato in un’isola minore ma che è essenziale per le esigenze delle isole di Ischia e Procida”. Era chiaro che i progetti di adeguamento di scuole ci potevano stare, era inimmaginabile l’inserimento di proprietà del Comune di Forio per uffici comunali, così come non rientrava l’adeguamento del pontile 2 del Porto d’Ischia.
E difatti sono stati bocciati! Ischia avrebbe potuto e dovuto insistere (nell’ambito del 40% dei fondi stabiliti per infrastrutture) per adeguamenti a terra, al fine di creare “spazi di riunione di persone e mezzi e vie di fuga, in caso di calamità” del tipo «parcheggio Guerra» che il Comune d’Ischia utilizza per un corretto e disciplinato flusso di auto e camion verso il Porto. Prendiamo il Porto di Casamicciola, che cosa succederebbe in caso di improvvisa fuga via mare? Il caos, come è successo recentemente con il traghetto Fauno della Caremar, per cui – causa un malfunzionamento di un gruppo elettrogeno – si è dovuto provvedere a far scendere auto, camion e passeggeri, che si erano già imbarcati per la partenza da Casamicciola. Progettata per tempo, la “gettata” a mare sotto il Pio Monte della Misericordia, poteva essere presentata anche come un ampliamento necessario dell’area del Piazzale Anna De Felice, per raccolta e deflusso di persone e mezzi in caso di emergenza. Così come si poteva riprendere la vecchia ma valida idea di creare, nelle immediate vicinanze del Porto, un deposito merci per stoccaggio e successiva distribuzione nell’isola (anche questo essenziale in caso di emergenza isolana).
Pensare con lungimiranza a rafforzare le vie di fuga e di deflusso emergenziale è considerato un’evenienza iettatoria? Così è (se vi pare)! E, come sosteneva Pirandello nell’opera teatrale, tratta dalla novella “La signora Frola e il signor Ponza (come l’isola)” la verità è sempre difficile da raggiungere e troppo soggetta alle libere e individuali interpretazioni. Ma, attenzione, nell’opera si fa più volte riferimento al terremoto della Marsica, da cui Frola e Ponza erano scampati e fuggiti. Allora, Pirandello docet, vogliamo pensare a come fuggire e scampare in casi di calamità?