INDIRIZZARE I GIOVANI ISOLANI SUI NUOVI LAVORI
Qualche mese fa, presso l’Istituto Alberghiero V. Telese, organizzato dalla professoressa Maria Messina, si è tenuto un interessante incontro col prof. Mario Rosario Lamberti (Docente di Diritto del Lavoro alla Federico II di Napoli). Perché ne parliamo a distanza di tempo? Perché fu un incontro che ti fa pensare e, per pensare, ci vuole tempo. Le sollecitazioni, le provocazioni intellettuali non sono come il flash mob o come un post scritto di getto sui social. Devono essere prima introiettate, poi elaborate, personalizzate, adattate ad una tesi che s’intende dimostrare. E tra quelle sollecitazioni ci sono due punti che meritano ogni approfondimento e una traduzione nella pratica scolastica e del lavoro. Il prof. Lamberti illustrò ai ragazzi le nuove opportunità che si affacciano nel mercato del lavoro, nuove professionalità, sottolineando in particolare che uno studio di Ranstad Research Institute indica le principali nuove professioni emergenti, molte delle quali legate al turismo sostenibile. Lamberti ne elencò 10, ma la ricerca ne individua una larga lista.

Ne cito qualcuna legata al tema della sostenibilità: addetto al centro del riuso cittadino, addetto all’amministrazione del patrimonio immobiliare in disuso, addetto alla rigenerazione urbana, addetto alla riqualificazione delle aree abbandonate, advisor strategico per l’economia circolare, bioarchitetto, designer di parchi urbani, esperto in gestione forestale per la conservazione della biodiversità, welbeing designer e così via. A fronte di questo vasto ventaglio di nuove opportunità, alla domanda rivolta dal professore agli alunni dell’Alberghiero su che cosa erano orientati ad intraprendere come studio universitario o immediata ricerca di lavoro, gli alunni apparivano smarriti e si intuiva che la scelta dell’Istituto Alberghiero non era stata, per lo più, meditata e orientata a futuri sviluppi lavorativi, ma era considerata un gradino come un altro per accedere a qualcosa altro di completamente diverso. In altre parole, è la conferma di un totale smarrimento e disorientamento giovanile.
L’attuale società li spinge a ricercare successo e soldi ma non sa arrivare al cuore e, alla psiche, alle attitudini dei giovani. Eppure, non solo il prof. Lamberti, non solo l’Istituto di ricerca Ranstad individuano nuove professionalità per il futuro dei giovani. Un recente inserto di Repubblica, “Green Blue”, (a cui ha collaborato anche il giornalista ischitano Pasquale Raicaldo), col titolo “Buon lavoro!” ha indicato tutte le nuove opzioni lavorative legate alla green economy. E voi direte: “ma come, ci preoccupiamo della green economy in un momento storico in cui stiamo seriamente pensando di sviluppare una difesa nazionale ed europea per difenderci da Stati autarchici che hanno in mente espansioni territoriali, saccheggi di risorse, guerre commerciali e guerre cibernetiche? Risposta: e noi, a questi giovani smarriti, disorientati da epidemie, catastrofi naturali, guerre, vogliamo offrire un futuro di lavoro nell’armamentario bellico, strategico, nazionalistico, di decostruzione e boicottaggio dei principali sistemi informatici che reggono la società moderna?

Certo, si aprono anche prospettive di impiego in nuovi e sofisticati sistemi di moderna guerra informatica e commerciale. Ma è questo che vogliamo? E’ questo che può affascinare i giovani e offrire loro una prospettiva allettante che li smuova dal torpore psicologico ed etico che li attanaglia? O sarebbe il colpo mortale per una gioventù in evidente difficoltà? Quanto invece è bello sapere che la green economy apre il sipario su alcune nuove occasioni di lavoro, come “muratore green” per l’utilizzo di materiali sostenibili e ad alta efficienza energetica (per partire dai lavori più umili) o “idrologista” che previene lo spreco d’acqua e riduce consumo e costi idrici, o “programmatore agricolo della filiera corta” che pianifica la produzione conformandola alla domanda locale, o “architetto del paesaggio” o “giurista ambientale” o “chef sostenibile”, che utilizza materie prime a chilometro zero e tante altre professioni moderne. Che cosa può accendere maggiormente l’animo giovanile, la guerra o una moderna visione di progresso in simbiosi tra uomo e ambiente?
E’ un interrogativo che si devono porre sia la politica che la scuola. E, per quanto riguarda Ischia, cosa può offrire di più ai giovani: l’idea di imbracciare un fucile da caccia per soddisfare un piacere e un hobby (legittimo) personale o l’idea di esercitare nuove opzioni lavorative di turismo ecologico e lento in un’ipotesi di Parco dell’Epomeo, in modo da soddisfare contemporaneamente un’aspettativa personale di lavoro e una prospettiva di nuovo benessere e sviluppo economico collettivo? Non importa la mia risposta al quesito, importa la risposta che darà l’intera comunità isolana.