IL PARCO DEL MATESE È REALTÀ QUELLO DELL’EPOMEO SPERANZA

IL PARCO DEL MATESE È REALTÀ QUELLO DELL’EPOMEO SPERANZA

Non ho usato, per il Parco dell’Epomeo, la parola “sogno”. Ho preferito usare la parola “speranza”. Perché il sogno (definito anche “pensiero notturno”) ha un’accezione eminentemente utopistica ovvero di qualcosa di irrealizzabile; il Parco Regionale Protetto dell’Epomeo non lo è. Non è irrealizzabile. Anche se sui sogni sappiamo ancora troppo poco; ancora la filosofia, la psicologia, la fisiologia stanno studiando questo fenomeno neurobiologico. E, curiosità grande, anche la maggior parte dei mammiferi e degli uccelli sogna.

Dunque, anche la parola “sogno”, applicata al progetto del Parco dell’Epomeo ci potrebbe stare. Ma poiché tale progetto ha bisogno di una larga condivisione, richiede che sia voluto e desiderato dalla gente comune e non solo da una élite particolarmente sensibile ai beni ambientali, è più concreto e realistico parlare di “speranza” di realizzazione. Quelli che si battono per l’Epomeo (non solo CO.RI.VERDE, il Fronte Unito delle Associazione ambientaliste, ma anche significativi settori degli imprenditori alberghieri, ordini professionali, Associazioni culturali, consiglieri comunali) non possono fare a meno di mettere a confronto la tiepidezza delle Amministrazioni pubbliche isolane con la determinazione applicata dagli amministratori dei 52 Comuni che hanno fortemente voluto (anche contro grandi resistenze di alcuni settori come quello degli agricoltori) il Parco Nazionale del Matese, che diventa il venticinquesimo Parco Nazionale.

Il Ministro Pichetto Fratin ha firmato il decreto di istituzione il 22 aprile scorso. Il Parco del Matese si estende per 87.897 ettari tra Campania e Molise. Il Parco rilancerà il turismo sostenibile, senza mortificare gli agricoltori, anzi esaltandone e ampliandone le potenzialità. Il Matese è un paradiso per gli escursionisti, tra trekking, mountain bike, passeggiate a cavallo. Tra Sannio e Casertano ci sono più di venti sentieri suggeriti. Naturalmente il Matese ha alle spalle una storia lusinghiera da narrare ai visitatori. Basta pensare al reperto paleontologico di Pietraroja del Beneventano, dove fu rinvenuto il fossile di un cucciolo di dinosauro, soprannominato “Ciro” e divenuto famoso nel mondo. E su questa circostanza devo aprire una parentesi curiosa che accosta il Matese a Ischia: il piccolo dinosauro è di una stirpe risalente a 113 milioni di anni fa, il cui nome scientifico è Scipionix Samniticus (l’artiglio di Scipione). Il richiamo del nome è al geologo russo Scipione Breislak, che studiò la geologia del luogo dove fu rinvenuto il fossile. Ma Breislak, che insegnò Mineralogia a Napoli, venne anche a Ischia e dimorò presso la Villa del Duca D’Atri a Lacco Ameno e vagava per l’isola per lo studio geologico, per cui gli fu affibbiato il soprannome di “rumpapetre”.

Come si vede, le vie della Natura, della Storia e della Scienza sembrano infinite ma spesso s’intrecciano. Non mancano al Matese le peculiarità gastronomiche, come il caciocavallo e le erbe spontanee come il cardillo, ottimo per zuppe e minestre. Conosco le ampie riserve che da più parti vengono avanzate nei riguardi dei Parchi nazionali e regionali protetti. Mancanza di fondi, clientelismo nella fase gestionale, personale inadeguato ed altre critiche. Ma questo era alimentato anche dal confronto impietoso ed impari che si faceva tra sviluppo molto rapido delle zone costiere e delle città d’arte, rispetto allo sviluppo molto più lento di colline, montagne, parchi e riserve. Ora non è più così, le città e la costa scoppiano di overtourism, ivi cresce l’invivibilità, crescono i prezzi, aumenta la disaffezione per luoghi troppo frequentati, massificati, involgariti. E di questa inversione di tendenza si stanno accorgendo anche i politici, i governanti, gli assessori regionali. Solo le Amministrazioni comunali dell’isola d’Ischia sembrano non percepire questa nuova ventata di riconciliazione con la Natura, di ricerca di relax, salubrità, cucina genuina. Fortunatamente, se non se ne sono accorti gli amministratori comunali, se ne sono accorti gli imprenditori privati. Il Direttore del Negombo, Marco Castagna, intervistato da Pasquale Raicaldo per Repubblica-Gusto, ha detto: “Registriamo una tendenza sempre più spiccata ad abbinare percorsi termali a passeggiate nella Natura”. Lega Ambiente e gli amministratori dei Comuni del Matese hanno significativamente voluto dedicare il 25^ Parco nazionale a Papa Francesco, che esaltò la Natura, in particolare nell’Enciclica “Laudato sì “. Se nel Matese ci sono aziende casearie che offrono ottimi formaggi erborinati, il pecorino al peperoncino e il caciocavallo aromatizzato, anche Ischia ha le sue cartucce enogastronomiche da sparare: Andar per Cantine è un ottimo strumento di diffusione della conoscenza enogastronomica isolana. Su l’inserto di Repubblica dedicato a “I piaceri del gusto” Mariella Parmendola ha sottolineato come presso il Ristorante Il Focolare della famiglia D’Ambra, immerso nel bosco del Cretaio, si trovano i preziosi fagioli zampognari, che soprattutto Slow Food ha voluto sottrarre all’estinzione. Il vulcanico Agostino del Ristorante- fattoria Miscillo Sapori all’Epomeo, come incaricato CAI, illustra storia e peculiarità dell’Epomeo e sa offrire ottimi prodotti lavorati dalla sua famiglia, utilizzando erbe, frutti, animali del Monte. L’esperienza del Matese servirà anche a sgombrare il dubbio di chi attualmente svolge attività legate al Monte Epomeo, come agricoltori o come le guide turistiche, che appaiono preoccupati di essere, nell’ipotesi di Parco Regionale, in qualche modo ignorati o scavalcati da organizzazioni diverse calate dall’alto. Invece le opportunità economiche, con l’istituzione del parco, sarebbero crescenti e sarebbe veramente folle se un Ente Parco Regionale, con un’ampia rappresentanza di amministratori e associazioni locali, ignorasse le risorse umane e imprenditoriali endogene. Non accadrà. Se, infine, saremo bravi nel coniugare i nuovi indirizzi di Welness termalism, che poche località possono vantare come Ischia, con la valorizzazione della montagna, allora davvero potremmo intercettare l’onda lunga della “fuga dallo stress” del turismo mondiale.

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Franco Borgogna

Franco Borgogna

Giornalista "glocal" e' la mia ambizione, un indagatore della società locale, consapevole che Ischia e' parte di un mondo dai confini vasti e che ciò che succede nel mondo globale si riverbera sull'isola così come le sorti del patrimonio naturale e culturale di Ischia riguardano il mondo intero.