“Torni a splendere”

“Torni a splendere”

Così titola una lettera anonima messe nelle cassette postali del centro storico di Forio, uno sdegno contro chi gestisce le chiese del comune turrito in maniera sciatta e approssimativa.

TORNI A SPLENDERE

“Abbiamo taciuto abbastanza. Ora è tempo di parlare, di testimoniare, di reagire.

Con la tristezza nel cuore, siamo costretti nostro malgrado a denunciare pubblicamente come, all’indomani della scomparsa di Don Michele Romano, la sede parrocchiale di San Sebastiano Martire in Forio sia stata inspiegabilmente e ingiustificatamente abbandonata a se stessa: spogliata delle suppellettili sacre, delle statue, delle campane e, persino, delle sedie. Ma, ciò che è peggio, privata del Sacro Culto.

Arbitrariamente cancellate tutte le celebrazioni natalizie (neppure una Santa Messa nel giorno di Natale), così come le “Solenni Quarantore” che, da sempre, si sono celebrate dal 29 dicembre al primo gennaio di ogni anno.

Neppure le due guerre mondiali riuscirono a far saltare questo bellissimo appuntamento carico di significati spirituali e cristiani: aprire e chiudere il nuovo anno civile in adorazione davanti alla Santissima Eucaristia.

La sciatteria, l’indifferenza, l’ignoranza e la confusione di questi ultimi anni stanno generando divisione, smarrimento e scandalo, non solo tra i fedeli, ma in tutta la cittadinanza, oltre che tra i tanti turisti che restano ancora meravigliati davanti alla grandezza del nostro patrimonio artistico e culturale.

Non diversa da quella di San Sebastiano, sembra essere la sorte di tutte le altre chiese del centro storico di Forio, comprese quelle del Soccorso, di San Gaetano, di San Francesco d’Assisi, della Basilica Pontificia di Santa Maria di Loreto: meravigliosi e delicati scrigni d’arte e di bellezza che andrebbero invece difesi, curati, valorizzati, frequentati, vissuti.

Il “nuovi corso pastorale” instaurato a Forio con tanta alterigia preoccupa, addolora, indigna persino. Anche perché analoga desacralizzante tendenza sta prendendo piede persino nella vicina parrocchia di San Vito Martire, “La Parrocchia Madre” di Forio.

È tempo, allora, che le autorità religiose, ad iniziare da Sua Eccellenza Mons. Vescovo, e quelle civili facciano la propria parte per porre fine con urgenza a questo declino spirituale, morale e materiale.

È tempo, soprattutto, che il popolo di Forio torni a difendere ciò che ha costruito nel corso dei secoli, a costi di grandi sacrifici e in epoche sicuramente più difficili della nostra.

È tempo cioè che il popolo di Forio faccia sentire la propria voce a difesa della sua storia, della sua fede, delle sue chiese. Tutte belle, tutte care, tutte vive.”

Questa lettera in calce è firmata “I cattolici di Forio”. C’è anche un’altra cosa che si sono dimenticati di scrivere che, il precedente vescovo Lagnese ha fatto di tutto per affossare la storia del culto dell’intera isola, è riuscito in poco tempo (per fortuna) a rompere degli equilibri di tradizioni millenarie.

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Marcello De Rosa

Marcello De Rosa

Amo la mia terra senza se e senza ma. Scrivo la verità perché la verità ci rende liberi. La mia libertà la conquisto giorno dopo giorno svelando il marcio della nostra società