TERMALISMO E BENESSERE MEDITERRANEO (LO AVEVANO GIÀ SCOPERTO I ROMANI)

TERMALISMO E BENESSERE MEDITERRANEO (LO AVEVANO GIÀ SCOPERTO I ROMANI)

Ho avuto occasione di parlare a Teleischia di crisi del turismo e dell’attività alberghiero termale, a confronto con gli albergatori Aldo Presutti (Solemar), Mario Leonessa (gruppo Continental, Excelsior, Moresco) e il giovane Enrico Florenzo (Hotel Oriente). Si è parlato molto di cessione di attività alberghiero termale nonché di esercizi commerciali e abbiamo cercato di analizzarne le cause. Tra le necessità emerse si è evidenziato il bisogno di implementare e rafforzare formazione e competenza non solo degli addetti dei vari rami dell’attività alberghiera ma, più ancora, di migliorare e affinare cultura e formazione degli imprenditori e dei dirigenti, giovani o meno giovani che siano.

Credo che uno dei limiti dei giovani che si approcciano ad un’attività turistica nel campo della ricezione o ristorazione o servizi collegati, sia l’illusione di essere pronti dopo aver frequentato corsi di marketing o anche corsi accelerati o anche una facoltà universitaria di economia. Per gli addetti ai quadri intermedi delle strutture turistiche anche una buona frequentazione dell’Istituto Alberghiero (e quella di Ischia è una buona scuola) può essere sufficiente.

Ma se andiamo a livello dirigenziale o padronale, non basta l’Alberghiero o la Ragioneria o la maturità scientifica o classica. Ci vuole profonda conoscenza di elementi di economia, finanza, credito, statistica e, soprattutto, conoscenza delle scienze umane, di cui, ancora oggi, molti ignorano l’importanza: sociologia, antropologia, psicologia.

Già in passato ho avuto modo di citare un libro fondamentale: “L’età dell’erranza – Il turismo del prossimo decennio” del sociologo Domenico De Masi (di recente scomparso), di oltre 500 pagine, che raccoglie le analisi comparate e le previsioni al 2030 di molti studiosi di varie discipline, secondo il metodo Delphi. Tale metodo consiste in un’opera di scouting sulle materie da esplorare per poi prevedere l’evoluzione più probabile sui futuri flussi turistici. Individuate le discipline da analizzare, sono stati individuati esperti per ciascuna disciplina, ma ciascun esperto non conosceva l’identità degli altri. Dunque, De Masi ha raccolto, da questi esperti, 1766 previsioni. Di queste, il 61% ovvero 1.081 previsioni hanno ottenuto 7 consensi su 11 dagli esperti. Da qui è nato lo “Scenario 2030”. Vi assicuro che l’approfondimento di questo testo può aprire la mente a molti operatori turistici. Ma c’è un altro testo che può risultare fondamentale, questa volta un libro snello di 140 pagine: “Termalismo – Storia, Scienza, Folclore, istruzioni per l’uso”, a cura di Claudio Francobandiera, medico e pubblicista scientifico e Marco Fiore, esperto di DemoEtnoAntropologia.

In questo testo si parla della storia del termalismo a partire dai Greci passando poi ai Romani e ai giorni nostri e, ovviamente, ci sono passaggi importanti sul termalismo al tempo dei romani nei Campi Flegrei e fino all’Ottocento e Novecento e poi si passa alle terme di Ischia, dai Romani ai giorni nostri. Quello che mi preme evidenziare di questo testo, ferma restando l’invito a leggerlo tutto, è la considerazione che già dal tempo dei Greci e dei Romani, le terme venivano intese come Benessere totale psicofisico. Già nel I secolo a.C. il medico Asclepiade di Bitinia prescriveva cure termali che si basavano su massaggi, bagni termali, passeggiate all’aperto e ascolto di musica. Con i Romani si accentuò questa ricerca di benessere totale fatto di piscine, librerie, piccoli teatri, insomma centri ricreativi polifunzionali, con musica, conferenze, confronti.

Inizialmente (II secolo a.C.) le strutture termali avevano locali separati per i due sessi, le donne pagavano il doppio degli uomini; militari e ragazzi erano esentati. Per quanto riguarda le figure che provvedevano all’accoglienza, c’erano i “balneator” (che riscuotevano i pagamenti d’ingresso), il “conductor” (proprietario o gestore) e i “capsarii” (custodi del guardaroba), gli “unctor” (spargitori di unguenti), il “tractator” (massaggiatore), gli “aliptes” (depilatori).

Importanti terme romane sorsero a Pozzuoli, Baia, Ischia (Nitrodi). Dicevamo del benessere globale, rappresentato dal motto latino “Edamus, Bibamus, Gaudeamus, post mortem nulla voluptas” (Mangiamo, beviamo, godiamo, dopo la morte non vi è più diletto alcuno) versi di Sardanapalo tradotti in latino da Cicerone.

Le qualità termali, in particolare di Baia, si riassumevano nei tre aspetti: Balneum, Vinum, Venus. Che cosa fossero i bagni appare evidente e non necessitano di spiegazioni. Il Vinum e Venus sono già più complessi e meritano qualche spiegazione: il buon cibo o la bellezza e il sesso fecero da corollario nelle cure termali. Nella sola area termale di Baia vi erano le Terme di Venere Sasandra e di Mercurio. Da una serie di scritti emerge il quadro di un “godimento” totale tra acque termali, massaggi, musica, cultura, cene e vino, sesso (tra uomini e donne, con lo stessi sesso, con schiavi, con giovanetti).

Tirando le conclusioni da questo breve excursus storico, cosa vogliamo dire? Non certo che eccessi di piacere possano essere riproposti oggi, ma quello che dobbiamo estrarre e recuperare da queste consuetudini è una concezione di benessere termale a tutto tondo che coinvolga fisico e psiche. Insomma, quando con Ejarque, diciamo che Ischia può e deve vantare di essere l’isola del “benessere mediterraneo” dobbiamo essere consapevoli che ciò è confermato dalla storia dell’area flegrea, di cui Ischia è l’isola-perla.

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Franco Borgogna

Franco Borgogna

Giornalista "glocal" e' la mia ambizione, un indagatore della società locale, consapevole che Ischia e' parte di un mondo dai confini vasti e che ciò che succede nel mondo globale si riverbera sull'isola così come le sorti del patrimonio naturale e culturale di Ischia riguardano il mondo intero.