PORTI: MIGLIORA IL BEVERELLO, A RISCHIO POZZUOLI
Il grido di allarme sul Porto di Pozzuoli, ancorché giustificato, non ha però prodotto, fin qui, proposte concrete di soluzione. Come si sa, il bradisismo sta mettendo in gravi difficoltà le operazioni di imbarco e sbarco degli automezzi (trasporti passeggeri e merci) da e per i traghetti, creando gravi incognite sul movimento turistico e delle merci destinate alle isole di Ischia e Procida. Ci si limita, a fronte di ciò, a criticare i Sindaci (isolani e della terraferma) per immobilismo, ma chi critica non appare in grado di offrire proposte alternative.
Il dragaggio del porto appare complicato in presenza di un traffico enorme e non assicura che il rimedio sia definitivo. Spostare il traffico in altri porti della costa flegrea appare azzardato per questioni logistiche di servizi a terra, di vie di uscita insufficienti e di scarsi raccordi stradali e autostradali. Ammesso e non concesso che tutto il traffico di Pozzuoli possa essere smistato a Napoli, tra Beverello e Porta di Massa, si creerebbe nella città un sovraccarico e farebbe inoltre lievitare i costi dei carburanti delle navi, per la maggiore lunghezza del percorso, che sicuramente finirebbe con l’essere scaricato sugli utenti.

C’è, in tutto questo, un aspetto positivo ed è quello che è pronto il nuovo Beverello, nel suo restyling (al di là di alcuni paradossi tipo la dimenticanza di un allaccio fognario o l’insufficienza della potenza elettrica occorrente). Positivo è, senz’altro, l’affidamento della gestione dell’area e dei relativi servizi, alle compagnie di navigazione impegnate nel Golfo (Snav, Caremar, Navigazione Libera del Golfo, Alilauro) in quanto direttamente interessate ad un buon funzionamento dei servizi collegati a partenze ed arrivi via mare e in quanto ormai conoscitori delle problematiche dell’area portuale. Se le cose non funzioneranno, danneggeranno innanzi tutto se stesse.
Tra l’altro, il piano di infrastrutturazione prevede anche di abbandonare l’attracco diretto alla banchina mediante la tradizionale (ma pericolosa) manovra di poppa col rischio di scarrocciamenti e urti. Verranno creati pontili a pettine per l’attracco di fianco. Alla luce degli avvenimenti ultimi, c’è rammarico per la cancellazione del pontile di attracco aliscafi di Mergellina. Tra l’altro, se è vero che c’è stata una lunga sospensione della fermata della metropolitana di Mergellina, è vero anche che è previsto, a breve, il ripristino, per cui l’arrivo di passeggeri al pontile di via Caracciolo, sarebbe ben collegato alla città: Un ritorno degli aliscafi a Mergellina consentirebbe un attracco parziale di navi traghetto al Beverello, oltre che a Porta di Massa.
In tutto questo non si è tenuto conto che il porto di Pozzuoli e dell’area flegrea sono anche importanti vie di fuga via mare per calamità sismiche, vulcaniche o idrogeologiche. Mi piacerebbe sapere se il Comune di Pozzuoli, insieme alle isole di Procida e Ischia, abbia presentato, quando si è presentata l’occasione, un progetto di adeguamento e ristrutturazione del porto, nell’ambito dei finanziamenti “isole in pericolo” (100 milioni di euro a disposizione) che il ministro Musumeci mise in piedi per rafforzare la capacità di collegamento e vie di fuga delle piccole isole, in caso di calamità.
Mi direte: cosa c’entra Pozzuoli con le piccole isole? Ecco perché, con lungimiranza, le isole di Ischia e Procida e i Comuni flegrei avrebbero dovuto presentare, in Associazione, un progetto di adeguamento del Porto di Pozzuoli o dei porti flegrei, per questione di sicurezza, con doppia valenza (sia perché Pozzuoli è il solo serio porto di comunicazione e di fornitura merci per le isole di Ischia e Procida, con tragitto breve ed economico, sia perché per l’area flegrea, messa a dura prova dal bradisismo, la fuga di emergenza verso le vicine isole o verso il golfo di Gaeta o verso il golfo di Salerno costituisce una delle possibilità concrete in caso di fuga da Pozzuoli.
Per completare il quadro informativo, dirò che delle isole mi risultano due progetti nell’ambito del bando Musumeci (Dipartimento Casa Italia): quella del Comune di Casamicciola (ampliamento e ristrutturazione dell’elisuperficie – e ci sta in pieno -, il cofinanziamento per la Casa Comunale, la ristrutturazione di Palazzo Napoleon nonché dell’edificio scolastico Manzoni, necessari anche questi, ma non rispondenti alle finalità del provvedimento Musumeci, rivolte all’agevolazione delle vie di fuga e di collegamento in caso di emergenza.
Stesso discorso per il Comune di Serrara Fontana, che ha proposto la riqualificazione e adeguamento sismico dell’edificio comunale in via del Sole (Sant’Angelo). Capisco che i Comuni, a corto di risorse, ricorrono ad ogni possibilità per attuare i loro programmi. Ma se vogliamo che le cose funzionino meglio in Italia, se crediamo che la sicurezza sia fondamentale in un’epoca di calamità naturali e che in tal modo le spese dello Stato diventino sostenibili e non impossibili, come nel caso di dover intervenire sempre dopo e con costi dieci volte superiori ai costi della prevenzione, non possiamo seguire strade tortuose per i finanziamenti pubblici. Non è la bella figura che fa un Sindaco con la realizzazione di un’opera non strategica per la sicurezza che cambia la vita ai cittadini; è la sicurezza, è la tutela della vita, della casa, che fa la differenza. Non dimentichiamolo, mai.