La misteriosa base sul monte Epomeo

La misteriosa base sul monte Epomeo

Quando nel novembre del 2017 decisi di visitare quella che poi sarebbe diventata la mia dimora, nei pressi dell’eremo del monte Epomeo, mi ritrovai davanti ad un paesaggio che non avevo mai visto prima e che onestamente non credevo possibile trovare ad Ischia.

Stradine suggestive ammantate dalla nebbia, boschetti di castagni e soprattutto silenzio, un silenzio mistico, quasi innaturale. Insomma un posto speciale e suggestivo, che durante la stagione invernale trasuda un fascino quasi ultraterreno.

Meta di turisti delle più svariate nazionalità, che durante le belle giornate primaverili si avventurano lungo la strada militare che conduce sulla cima del monte, per godere di una vista mozzafiato.

Mi è capitato molte volte che i turisti mi chiedessero come mai quella strada si chiamasse così, strada militare appunto, la risposta è semplice: essa prende il nome dalla base militare eretta dagli statunitensi nel primissimo dopoguerra, così come la strada che conduce alla stessa.

In realtà sembra che già un piccolo drappello di SS organizzò una provvisoria base logistica sull’isola, proprio dove oggi si erge la ex base statunitense, con i suoi alti tralicci e numerose parabole.

Sulla “base” girano storie di ogni tipo, dalle più fantasiose a quelle più plausibili. Per molti si tratta di una semplice base che si occupava di telecomunicazioni, passata dalla giurisdizione statunitense a quella italiana nella seconda metà degli anni ‘90 del ‘900, altri invece sostengono che il suo unico scopo sia quello di celare l’ingresso alla leggendaria Agarthi, ma di questo parleremo in uno degli articoli futuri.

Chi ha vissuto ad Ischia avrà notato come nessun’azione riesca a passare inosservata, neanche la più banale, in pochi giorni questa diviene di dominio pubblico,insomma i segreti sull’isola verde non durano a lungo. Ed è proprio a proposito di questa caratteristica che viene fuori il primo mistero in merito alla base: la sua stessa costruzione.

Costruire una base militare non è una cosa da poco, sono necessari molti materiali, strumentazioni, apparecchiature, eppure nel 1949 nessuno degli abitanti del comune di Serrara Fontana vide nulla, autotreni, camion, trasporti di materiali, nulla, la base prima non c’era e qualche tempo dopo era lì, statica e silenziosa come noi isolani siamo abituati a vederla.

La questione si fa interessante se prendiamo in considerazione alcune testimonianze degli isolani del tempo, essi infatti riferirono di aver assistito allo sbarco di uomini e molti mezzi sulla spiaggia dei Maronti.

La colonna di militari e camion sarebbe poi sparita nel caratteristico canyon dell’Olmitello, aprendo ipotesi e suggestioni a proposito di un presunto passaggio segreto che dai Maronti conduce sull’Epomeo. Una tesi forse azzardata, che si intreccia con altri racconti tramandati dagli anziani fino ad oggi.

Sembra inoltre che le SS stanziate ad Ischia abbiano trovato (o forse costruito, vista la nota capacità dei tedeschi di costruire vere e proprie città sotto terra) delle misteriose strade sotterranee, le stesse strade che forse pochi anni dopo le truppe alleate utilizzarono per raggiungere la cima del monte. Il problema della “latitanza” di soldati e mezzi si è protratta fino ad oggi, nessuno infatti ha mai visto camion militari o i militari stessi diretti alla base lungo la famosa strada militare, o in giro per l’isola. Ci chiediamo come venga allora rifornita una base militare discretamente grande?

 Vivo ormai da qualche anno a pochi metri dalla base, eppure non mi è mai capitato di vedere elicotteri librarsi dalla stessa, niente, qui c’è solo una vegetazione sempre più diradata e tanto tanto silenzio. Parliamo comunque di una stazione radio di fondamentale importanza, parte della rete “Troposcatter” (tecnologia ormai obsoleta che sfruttava gli impulsi elettrici diretti verso la troposfera), registrata negli elenchi militari statunitensi con la sigla IICZ. Con la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, anche la base ischitana venne abbandonata dalla NATO, e nel 1995 passò sotto la giurisdizione italiana.

Adottò il nome di “Stazione Radio Interforze”, gestita da un esiguo numero di militari appartenenti al 45° Battaglione Trasmissioni Vulture. Mi sono recato molto spesso al limitare della zona militare che racchiude la base, sembra del tutto disabitata. Non sono mai riuscito a vedere un militare o un mezzo, sembra effettivamente abbandonata, ma non lo è affatto.

Ad oggi è possibile visionare delle fotografie reperibili abbastanza facilmente in Rete, dove con molta chiarezza vengono indicati gli edifici e le funzioni alle quali erano (o sono?) adibiti. Una base militare che sembra morta, ma che morta non è. Esistono inoltre un numero imprecisato di testimonianze non ufficiali, riportate dai turisti, cacciatori e molte altre persone che per un motivo o per un altro si sono trovate in zona, che riportano storie di strani fenomeni o curiosi ritrovamenti.

C’è chi descrive strane tubature senza una apparente funzione fuoriuscire in alcune zone del bosco, avvistamenti di strane “luci” mai ben identificate in prossimità della base. Sulla questione “luci” devo ammettere che è capitato anche a me di notare strani bagliori, o di avvistare quelle che apparentemente si sono manifestate come sfere (forse corpi celesti, ma molto ravvicinate e “fumose”), durante le mie astrofile sessioni notturne. Gli stessi fenomeni visivi di tanto in tanto vengono avvistati proprio in prossimità della cava dell’Olmitello, sulla spiaggia dei Maronti, dove le storie ricollocano il misterioso ingresso alla montagna.

Verità o finzione, la base è ancora lì. Si erge tra le querce e i castagni, alta e silente, con le sue antenne ed i suoi singolari e spettrali edifici, vestigia di un’epoca che non è più.

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