La 23enne Maria Cristina: “dì a Francesco che muoio per lui”
Bella, elegante, ricca. Nella Napoli di metà ‘800, la sua figura aristocratica, il suo sorriso affascinante e le sue azioni da santa non passavano inosservate. Una cronaca del tempo, scovata dal biografo Luciano Regolo, riporta: “Un volto perfettamente ovale, due occhi del più bello e limpido celeste, naso regolare, leggermente rialzato a punta, ma con molta grazia.
Anche la bocca era regolarissima, con due file di bianchissimi denti e, quando sorrideva, si formavano sulle guance due piccole fossette. Bianchissima era di carnagione, rosee aveva le gote, di un bel rosso di labbra. Capigliatura lunga e copiosa, di finissimo oro, lucente come la seta. Alta, nobile il portamento, proporzionata in tutte le sue parti; un angelo, insomma, d’anima di corpo e più”.
I suoi sudditi la chiamavano “la Reginella santa”, e bisogna riconoscere che ci avevano visto giusto, perché da qualche settimana la loro regina, Maria Cristina di Savoia, è diventata Beata.
Ma come? Una regina santa? Una donna ricchissima santa? Si, con una causa iniziata a furor di popolo nel 1859, poco dopo la morte e sboccata recentemente da Papa Francesco, che con Cristina condivide l’attenzione per i poveri. Decine gli aneddoti che la riguardano. Come quello avvenuto nel centro di Napoli, quando la sua carrozza si fermò all’improvviso. Si aprì la portiera, la regina scese e aggiustandosi appena il vestito, si buttò a terra in ginocchio nel fango. E rimase così, per qualche minuto, con la testa bassa e gli occhi chiusi. Perché? Perché aveva scorto dall’alto un sacerdote con il Viatico, le ostie consacrate per i malati, e voleva esprimere la sua adorazione al Santissimo
Maria Cristina di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele I, Re di Sardegna, e di Maria Teresa d’Asburgo nasce a Cagliari nel 1812 e viene subito consacrata alla Madonna di Bonaria, quella ai cui piedi si è inginocchiato, poco dopo l’elezione, anche Papa Francesco. Cristina resa orfana di padre a 11 anni e a 20 della mamma, morta per un cancro al seno. Vorrebbe diventare suora sacrementina ma è subissata di proposte di matrimonio.
Come decidersi? Vorrebbe chiedere consiglio, ma non ha nessuno con cui confidarsi. il nuovo Re, suo cugino Carlo Alberto, pensa ad un matrimonio politico per rinforzare i Savoia e per questo motivo è duro: “non accetterò rifiuti”, le fa sapere. Maria Cristina è piena di dubbi: “Cosa vuole Dio da me?”, si domanda. Il suo confessore, padre Terzi, non contribuisce ad eliminarglieli: “Sei sicura che Dio ti voglia suora?”, le dice mandandola definitivamente in confusione. È indecisa, ma alla fine per umiltà fa quello che vogliono da lei. Il 1 Novembre 1832, uno dei suoi sette pretendenti, il Re di Napoli Ferdinando II di Borbone, l’uomo scelto dal cugino del Re, le invia una lettera che segna l’inizio del fidanzamento.
Ferdinando è un ragazzo di 22 anni, è sinceramente innamorato. Luciano Regolo nella biografia, continua: “Maria Cristina di Savoia. La principessa innamorata di Gesù”, riporta la frase che ripeteva ogni giorno davanti all’immagine di Cristina: “Occhi da gatto sarete pur miei!”. Non si erano mai visti prima , ma 25 giorni dopo quella lettera furono sposi. Maria Cristina è Regina delle Due Sicilie.
Arriva a Napoli, sede del Regno, il 30 Novembre 1832. Piove a dirotto ma i napoletani sono per strada, in festa, per salutarla. Decide di ricambiare l’affetto riscattando al Monte di Pietà tutti i pegni fino a un valore di sei ducati, con l’obbligo di restituzione ai legittimi proprietari. Quando visita il patrono San Gennaro, si presenta con un diadema appartenuto alla madre, che da quel giorno è ancora nel tesoro del santo. Poi pensa alle sposine come lei e regala la dote a duecentoquaranta ragazze povere della città. Insomma, è generosa e non le sfugge nessuna situazione di difficoltà.
Col marito stabilisce una bellissima intesa, leggono la Bibbia e l’Imitazione di Cristo insieme, ed è da lui che ottiene la grazia per molti condannati a morte e miglioramenti di vita per i soldati e per il personale di corte. Nel fare il bene è creativa: quando scopre che troppe famiglie dormono in otto o in nove su un unico pagliericcio decide di intervenire e regala letti, volendo così “evitar peccati, che succedevano per la loro scarsezza”, come racconta una cronaca del tempo sempre scovata da Luciano Regolo.
Ma quelle famiglie erano così povere che finivano col venderli, quei letti, così che Cristina li ricomprava e li regalava nuovamente. In certi casi li ha riacquistati fino a tre volte di seguito. E poiché era sempre lì a comprar letti, decise di aprire una falegnameria per fabbricarli direttamente, creando così anche posti di lavoro. La produzione inizia in una sala all’interno del monastero di San Domenico Soriano, nell’attuale piazza Dante di Napoli. Muore tre anni dopo il matrimonio, 15 giorni dopo la nascita di Francesco, il bambino tanto desiderato. Muore per una setticemia, ha 23 anni. “Quando Francesco sarà grande gli dirai che muoio per lui”, sono le ultime parole al marito.
Alcune curiosità sulla vita di Maria Cristina
Il matrimonio tra Maria Cristina e Ferdinando II fu felice? Al contrario di quello che si è sempre detto, e nonostante sia stato combinato per motivi politici, la risposta è sì. Grazie alla moglie, che chiamava “il mio angelo custode”, il Re si convertì e in una deposizione, rilasciata nel processo di beatificazione, disse: “devo confessare di doverle molto, perché mi ha insegnato gli esercizi di pietà, e se mi sono tenuto lontano da molti mali spirituali lo devo solo a lei: In me ha operato molto la sua calma e la sua dolcezza”.
Cristina si era data una regola: mai regalare ai poveri meno di 24 ducati. C’era però il rischio delle truffe, cioè che le chiedessero soldi persone che non erano affatto bisognose, così decise di creare una commissione che vagliava le richieste. Ogni mese destinava 4.000 scudi a una diversa provincia del regno (in tutto erano dodici. Quando arrivavano i resoconti delle donazioni era felice e, riportano le cronache, “se ne volava tutta lieta dal Re e glieli mostrava”. Voleva che il popolo amasse il re, suo marito.