Giovani, turismo e cultura, occorrono strategie. Il ruolo per ridurre gap sud e fuga dei giovani

Giovani, turismo e cultura, occorrono strategie. Il ruolo per ridurre gap sud e fuga dei giovani

Interessante incontro promosso da Guestitaly aps ad Hospitality Sud 

E’ necessario lavorare in rete tra istituzioni, imprese, scuola ed associazioni per far tornare attrattivo il mondo del lavoro  turistico e culturale, per i giovani, soprattutto del Sud,  sempre più pronti a lasciare il nostro Paese. E servono più strategie operative, ora che è in atto una ripresa,  che riducano la povertà lavorativa, la forte stagionalità e la mancanza di supporti per i più giovani. Cogliere le opportunità anche trasversali dei fondi del Pnrr per creare anche nuove skill,  competenze per in  digitalizzazione, sostenibilità è intelligenza artificiale e puntare subito a  riduzione costo del lavoro e più stabilità per i giovani e neet nella filiera turistico culturale. E’ quanto emerso durante qualificati interventi di esperti del terzo settore, un incontro, organizzato ad Hospitality Sud, dall’associazione giovanile e promozione sociale Guestitaly. “In un Paese in cui la popolazione giovanile è sempre meno numerosa, le criticità che coinvolgono le nuove generazioni sono spesso maggiori rispetto a quelle con cui devono confrontarsi i coetanei di altri paesi europei – dichiara il presidente Agostino Ingenito – Si sono poi aggiunti più recentemente gli effetti della crisi conseguente al Covid-19, che appaiono inficiare negativamente sui giovani in tutti campi e con gravi ripercussioni su asset fondamentali come la cultura e il turismo”.  L’analisi presentata a cura dal docente di marketing territoriale Roberto Micera, dell’Università della Basilicata, ha fatto  emergere diverse incongruenze che riguardano i giovani e il lavoro, ancora di più in questi settori. Mentre per le associazioni, si tratta di una doppia sfida soprattutto per il servizio civile e il volontariato che non sembrano più attrattivi per i giovani che perdono palestre importanti anche per l’inserimento nel lavoro- cosi come emerso durante l’intervento di Enrico Maria Borrelli, presidente Amesci e del Forum del Servizio Civile – che pure ha individuato proposte per progetti più inclusivi e tematici. Sollecita a chiarezza istituzionale e dei diversi attori della filiera, l’intervento di Luigi Snichelotto, presidente AssoMiMe che pone questioni spinose e irrisolte sulla vicenda dei tirocini e la professionalizzazione. “Anche le sempre maggiori difficoltà d’incontro tra domanda e offerta di lavoro ci dicono che dobbiamo migliorare la sinergia tra la formazione dei giovani e le necessità del turismo e cultura in termini di competenze ma offrendo al contempo opportunità di orientamento e concreto inserimento non estemporaneo – continua Ingenito. Per questo motivo, serve una diretta sinergia con le istituzioni che devono avviare strategie e piani operativi per una cultura dell’accoglienza e del coinvolgimento giovanile, in questi termini si è espressa Emilia Leonetti, dell’associazione VivoaNapoli. Della sussistenza delle associazioni e delle difficoltà del Codice del Terzo Settore, e con obiettivi più decisi per l’accessibilità, che potrebbe consentire nuove opportunità lavorative se ben accompagnate, di questo ne ha parlato Ileana Esposito, della cooperativa sociale Cosy for you. Informazione ed adesione dei giovani a  percorsi formativi professionalizzanti ne ha parlato Miriela Morejon Martinez, responsabile dell’apl di Bact Servizi. “Auspichiamo che vi siano ora azioni conseguenti anche in vista dei progetti formativi gol e soprattutto nuove impostazioni per ridurre il rischio ormai evidente dello scollamento dei giovani verso settori economici sempre più importanti per il nostro Paese- cosi conclude Ingenito. 

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Redazione

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