Vi siete mai chiesti quanto fosse grande la Chiesa di San Sebastiano in Barano nei primi del ‘600?
Prima di parlare del Convento degli agostiniani che in passato esisteva accanto l’attuale Chiesa di San San Sebastiano, do un riferimento cronologico dell’ultima. Mi sento di retrodatare la Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano a Barano, ad almeno il 7 marzo 1515. La ritrovo in un atto del 1515 rogato da Marzio Di Maio Notaro. Si parla di un atto di compravendita a favore di Luisa Di Meglio figlia del fu Giovan Antonio. Si parla di Barano e località Tenzio (vicino il Tuocco), iuxta li beni di Vincenzo Lattaro, la Chiesa di Santo Sebastiano e la via pubblica…all’archivio di Stato di Napoli C.R.S ex convento di S.M.S.

Il primo aprile 1607, in presenza del capitano Giovan Battista Bancia, Il Parlamento venne radunato pubblicamente davanti a San Sebastiano, per concludere con l’agostiniano frate Onofrio circa la fondazione di un convento, da costruirsi a fianco alla suddetta chiesa. Ma, essendo mancato fra Onofrio per alcuni suoi impedimenti volendo lo predetto Casale per seguire et mandare ad effetto quello tanto che pubblicamente fu nello detto Parlamento concluso, l’incarico venne affidato a Padre fra Cosmo da Verona. L’atto fu sottoscritto definitivamente dalle parti il 29 agosto 1607 (Notaio Aniello Mancusi): fra Cosmo avrebbe edificato un convento e avrebbe chiamato anche un secondo “padre da messa”; l’università, cioè il polo amministrativo di Barano, avrebbe loro corrisposto dieci Ducati sulle gabelle compatto che la maestranza di detta chiesa sia sempre jus patronato del detto Casale, in più fra Cosmo avrebbe dovuto costruire, a destra di chi entrava nella chiesa, una cappella per la confraternita del santissimo Sacramento, uomini e Donne, che avrebbero potuto farsi seppellire in essa. Dalla redazione dei frati del 1649, si ricava che la chiesa era lunga Palmi 95, cioè 19 m, e larga 8 m.

La porta nella piazza del Casale simile prospettiva tiene il convento dalla ditta chiesa vi è una porta che entra in un camerone, e qui lo serve per chiostro e dormitorio, dove vi sono due camere, e dall’altro di una stanza, serve per cucina e dispensa punto dalla parte di detto camerone si fa uscita ad un poco di cortiglio contiguo con giardino di misure tutto murato in circuito e detto giardino serve per li Padri. Avertendo che detto camerone, e camere, sono terrane, e dal cortiglio si va sulla porta del convento sopraddetto. Il bilancio annuale del convento si aggirava intorno ai 125 scudi, di cui ben 96 incidevano per il vitto, vestiario e o conventi vennero aboliti definitivamente entro il 1653. Altra fonte: “Barano d’Ischia, Storia” di G.G.Cervera, e Agostino Di Lustro, pagg. 99 e seguenti. Nelle foto, la volta a botte venuta in superficie dopo aver grattato l’intonaco. L’orto era ed è di fronte.