ERA IL 1622, BARANO E FONTANA AVEVANO UN MEDICO IN COMUNE

ERA IL 1622, BARANO E FONTANA AVEVANO UN MEDICO IN COMUNE

Per mantenerlo, chiesero un’imposta sulla carne fresca e salata, sul formaggio e sul vino venduto nelle “puteche”. Veniamo a sapere che in commercio vi erano altresì sarde salate, baccalà, tonnine, tarantelli, occhi, salumi, aglio, sugna, senza dimenticare il pesce fresco, pescato attorno all’Isola, le quaglie, che pure venivano prese mediante anniti, arcucci e parate. Logicamente i giardini e i campi erano coltivati ad ogni albero da frutta, però questa faceva parte integrante del nutrimento giornaliero della popolazione come pure ogni genere di ortaggi. Tanto per citarne alcuni: territorio arbustato e vitato con viti latine e greche, con viti sorvegne (1546); vitato con viti sobrignis, fichi, et partim pastinato de carcioffole (1561); celso bianco, cetrangolo, celso rosso (1644); orticello con celse, amendole e cetrangole, fichi secche, melo fioccolo. Ci piace riportare qualche notizia in più sul formaggio. Era un prodotto che proveniva dalla Sardegna con scambio di merce ischitana.

A tal proposito dice l’Onorato: commercio colla Sardegna, in dove coi di loro (dei marinai del Borgo di Celsa), bastimenti portano delle sete tessute e delle lane lavorate, siccome delle tele di lino e di canape; caricandosi di formaggi, li vendono nella capitale del Regno di Napoli… Le donne sono applicate a filare il lino, la canapa, e tessere delle diverse tele fine, belle. Il lino veniva usato da tempo immemorabile. Le donne portavano il lino a maturare nelle varie fonti: il molino macina attualmente e col jus di maturare il lino nella restante dell’acqua, e Corafà dovette proibire questa usanza nella fonte di Cavascura, mentre già prima Jasolino, ricordava l’usanza alla fonte di Nitrodi. Tratto da “Barano d’Ischia, Storia” di G.G. Cervera e Agostino Di Lustro pag. 186

199 Visualizzazioni
Ivano Di Meglio

Ivano Di Meglio

Eterno studente, scavo nei meandri del passato per trovare l'identità collettiva che porti al traguardo della consapevolezza. Mi occupo di cognomazione, Medioevo e usi locali. Cerco instancabilmente atti, prove e quant'altro mi consenta di ricostruire spaccati di vita lontana e vicina.