La politica verde dell’UE: come uccidere le imprese

La politica verde dell’UE: come uccidere le imprese

Un bagno di sangue. L’Unione Europea ha appena votato l’innalzamento dal -40% al -55% dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030.

Il furore ambientalista sta presentando il conto. E a pagarlo saremo tutti noi. Anche se non ne siamo ancora perfettamente consapevoli.

Un primo squillo di tromba è scattato qualche giorno fa quando l’Autorità per l’energia ha annunciato che i rincari delle bollette (+10% per la luce e +15% per il gas) sono dovuti alle politiche dell’Unione Europea per la riduzione delle emissioni di CO2.Il prezzo che le imprese devono pagare per i permessi di inquinare sono passati da 20 a 50 euro per tonnellata con una tendenza al rialzo e con rincari mostruosi.

Il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, per rendere l’idea, ha affermato che la lotta al cambiamento climatico “non è un pranzo di gala” e le bollette saranno molto alte per lungo tempo.

Oddio, pur di salvare il pianeta pagare di piùl’energia potrebbe essere un sacrificio sopportabile. Ma è davvero così?

A spiegare come stanno realmente le cose ci ha pensato l’Amministratore Delegato dell’ENI Claudio Descalzi, uno non proprio indifferente ai problemi dell’inquinamento se si pensa che l’ultimo piano industriale dell’ENI prevede investimenti per 5,7 miliardi da qui al 2024.

Descalzi ha dichiarato: “Una raffineria in Europa perde per definizione. Per ENI sarebbe meglio chiudere tutte le raffinerie per non pagare le emissioni di CO2 e comprare i prodotti all’estero”.

Insomma se la situazione non cambia, chi per la sua attività è costretto a consumare molta energia rischia di saltare.

Ma più grave è che la politica ambientale dell’UE si sta rivelando una battaglia inutile. Perché se è vero che la UE e l’Italia stanno dando l’esempio, se le emissioni non le pagano anche in USA o in Asia allora non si raggiungeranno mai gli obiettivi climatici.

Basti pensare che in Europa le emissioni si pagavano 20 – 25 euro per tonnellata, ora siamo a 60 e presto toccheremo quota 100 euro per tonnellata. Quanto pagano USA, Cina e India? In media 3 euro.

Fino a quando ci sarà questa disparità è illusorio parlare di ambiente. Come afferma ancora Descalzi:” Bisogna analizzare le cose in maniera competente e non ideologica e le tecnologie non devono passare per l’ideologia”.

Sconcertante è poi l’ultima idea geniale di Bruxelles: far pagare una tassa ambientale dal 2026 ai settori del cemento, acciaio, alluminio, fertilizzanti, elettricità per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050.

Ciò significa aumento dei costi delle materie prime in settori vitali per l’economia tra i quali quello dell’edilizia e dell’agricoltura e rincari insopportabili per le famiglie italiane. Un vero suicidio politico. 

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Redazione

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