Il gretinismo di massa fa male all’ambiente
“I tre anni di ideologia ambientalista hanno prodotto solo fallimenti. E dall’autunno a pagarne le conseguenze saranno gli italiani con il rincaro delle bollette di luce e gas”
È noto che gran parte del programma dell’Unione Europea per i prossimi anni è incentrato sul Green Deal, il drastico Piano Verde di riduzione delle emissioni di gas serra.
Oggi, dopo tre anni di religione ecologista professata dalla catastrofista Greta Thunberg possiamo affermare, senza tema di essere smentiti, che i risultati sono dannosi per la natura e per gli individui.
Innanzitutto perché gli obiettivi della UE sono velleitari: per continuare ad avere una vita accettabile dobbiamo necessariamente produrre anidride carbonica e consumare energia. Altro che la demagogica “decrescita felice” del Movimento5.
Poi perché gli scienziati non sono concordi sul fatto che il riscaldamento globale esista e che sia attribuibile all’uomo. Al riguardo si vedano le posizioni critiche dei nostri scienziati Antonino Zichichi e Carlo Rubbia.
Assodato che tutti vogliamo vivere in un ambiente incontaminato ed evitare di inquinare di più, bisogna essere realisti e non proporre l’impossibile.
Il Piano Verde dell’Unione Europea non sta in piedi e rischia di costare carissimo ai consumatori, ai lavoratori, alle imprese.

Lo afferma Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma energia. Spiega il Presidente: “Il problema è non presentare piani irrealizzabili ed essere chiari e trasparenti sui costi di certe politiche. Negli ultimi 30 anni l’Europa e l’Italia hanno ridotto le emissioni di CO2 del 23% chiudendo le vecchie fabbriche a carbone e ricorrendo ai progetti sulle rinnovabili. Adesso ci chiedono di raddoppiare quei tagli in 9 anni avendo margini di manovra ridotti (e aggiungiamo noi mentre gli altri Paesi industrializzati come USA, Cina, India rinviano il perseguimento degli obiettivi). Una follia che pagheremo a caro prezzo e le prime conseguenze le vedremo sulle bollette di luce e gas di ottobre”.
Non solo, all’interno della stessa UE ci sono i cattivi esempi: la Germania, impegnata a chiudere le centrali nucleari, nel primo semestre 2021 ha aumentato i consumi di carbone del 30%. Tutto questo mentre l’Italia spreca almeno 3 miliardi di risorse pubbliche per acquistare metano dalla Russia, Algeria, Libia quando abbiamo enormi giacimenti di gas che non riusciamo a sfruttare. “Tutti lo sanno e nessuno fa niente”.
Facile dirsi ambientalisti dichiarandosi contrari alle trivelle per inseguire un facile consenso. Più difficile evitare i rincari delle bollette migliorando la qualità della vita dei cittadini e soprattutto della classe media in via di estinzione.